Il Nazionale

Cronaca | 07 marzo 2023, 14:45

In aula sfilano i parenti dei rapinatori uccisi: "Mio figlio ha sbagliato, ma questa morte è troppo orrenda"

In Corte d’Assise ad Asti prosegue il processo al gioielliere di Grinzane. La ex presidente della Società Italiana di Criminologia tra i consulenti della difesa chiamati a deporre dalla difesa del commerciante

In aula sfilano i parenti dei rapinatori uccisi: "Mio figlio ha sbagliato, ma questa morte è troppo orrenda"

"Non intendo rispondere". Con questa formula di prammatica, rispondendo alla richiesta del presidente Alberto Giannone, il gioielliere di Gallo Grinzane Mario Roggero si è avvalso della facoltà riconosciuta agli imputati non ritenendo di comparire tra le persone sentite dalla giuria popolare nel corso dell’ultima udienza del processo per duplice omicidio volontario, tentato omicidio e porto abusivo di arma da sparo in corso a suo carico presso la Corte d’Assise del Tribunale di Asti.  

Una scelta preannunciata dal difensore dell’uomo, l’avvocato ferrarese Dario Bolognesi, secondo il quale Roggero non mancherà di riportare anche in aula la propria versione dei fatti, ma rendendo dichiarazioni spontanee alla fine dell’istruttoria. In questo modo non deludendo quanti si attendono che il commerciante riporti anche nel processo quanto già raccontato in occasione delle diverse interviste rilasciate a giornali, programmi televisivi e radiofonici nei venti mesi trascorsi da quel tentativo di rapina finito nel sangue il 28 aprile 2021.

Venerdì a parlare sono state invece le parti civili. Tra queste figura come noto il rapinatore superstite Alessandro Modica, da tempo recluso in carcere a La Spezia e nuovamente presente in aula, assistito dall’avvocata biellese Carla Montarolo. E con lui i parenti degli uccisi Davide Spinelli e Giuseppe Mazzarino.

"Non doveva essere lì, mio figlio ha sbagliato, ma questa morte è troppo orrenda"
, ha detto in aula tra le lacrime la madre del 44enne braidese, che nel processo è patrocinata dagli avvocati Marino Careglio e Giulia Mondino. Con lei il compagno, il fratello, la sorella, la compagna e la figlia di quest’ultima, che Spinelli aveva cresciuto.

Analoghe testimonianze in merito ai rapporti familiari e affettivi intercorsi con le vittime sono arrivati dai familiari dell’altro uomo caduto nella sparatoria di Gallo Grinzane. Si tratta dei congiunti del 58enne torinese Giuseppe Mazzarino, a partire dalla compagna, che insieme ai due figlioletti è patrocinata dall’avvocato Giuseppe Caruso: "Il mio figlio più piccolo – ha spiegato la donna in aula – voleva che togliessi tutte le tende da casa, perché si vedeva il padre dietro alle tende, da allora dorme con me. Mia figlia lo sogna, spesso". Con loro, rappresentati dall’avvocato Angelo Panza, ci sono anche la madre, i due fratelli e le due sorelle dell’uomo.

Per la prossima udienza del processo la parola passerà alla difesa di Roggero, che per venerdì 17 marzo ha chiamato a deporre diversi consulenti. Tra questi, oltre a quello medico-legale (il dottore Lorenzo Varetto) e a quello balistico (l’ingegner Fabrizio Vinardi), sfileranno di fronte alla giuria, al pubblico ministero Davide Greco e ai legali delle parti civili i due specialisti che l’avvocato Bolognesi ha chiamato a esprimersi sulla capacità di intendere e di volere di Roggero al momento del fatto.

Un dato che potrebbe assumere un’importanza centrale nel processo. In merito al quale le conclusioni degli psichiatri sentiti sinora – la dottoressa Rocca per la pubblica accusa e la collega Ilaria Rossetto per le parti civili – divergono. La prima si è infatti espressa per una parziale incapacità di volere dell’uomo, nel momento in cui sparò quattro colpi del suo revolver – tre dei quali a segno – in direzione dei rapinatori. Una diminuzione delle sue facoltà che sarebbe stata almeno in parte conseguenza della traumatica esperienza vissuta dal commerciante con la violenta rapina già subita nel 2015.

Di parere diverso la consulente delle parti civili, per la quale Roggero ha certamente agito in preda a uno stato "emotivo e passionale", sovrapponibile a quello che comunemente è riconoscibile come rabbia, non per questo configurandosi una vera e propria incapacità.

Una diversa interpretazione che nelle scorse udienze aveva portato il pm Greco ad avanzare la richiesta di un’ulteriore perizia, sulla quale il presidente Giannone si è riservato di decidere alla fine del dibattimento.

Prima di allora in aula verranno sentiti gli specialisti che hanno esaminato il quadro psicologico dell’imputato per conto della difesa. In questo senso, oltre allo specialista torinese Enrico Zanalda, già presidente della Società Italiana di Psichiatria, verrà sentita la professoressa Isabella Merzagora Betsos, professore ordinario di Criminologia presso l’Università degli Studi di Milano, docente presso le Scuole di Specializzazione in Psichiatria, Medicina legale, Neurologia, Psicologia clinica e Neuropsichiatria infantile della stessa Università e già presidente della Società Italiana di Criminologia.

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