Il Nazionale

Cronaca | 25 febbraio 2023, 11:34

Ancora altissima tensione al carcere di Torino: agente colpito da uno sgabello lanciato da un detenuto

Il sindacato Sappe: "Le carceri sono diventate un colabrodo. Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia"

Ancora altissima tensione al carcere di Torino: agente colpito da uno sgabello lanciato da un detenuto

Resta altissima la tensione nelle carceri piemontesi, oggi affollate da oltre 4.000 detenuti, e continua inesorabilmente a salire il numero di eventi critici tra le sbarre, come dimostrano gli ultimi episodi avvenuti nelle carceri alessandrine e a Torino, come denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe per voce del Segretario regionale del Piemonte Vicente Santilli.

Ieri, proprio a Torino, un detenuto tunisino che si trovava nel Padiglione A, dopo aver tentato un gesto di autolesionismo è stato portato in infermeria per le cure. Al rientro si è rifiutato di tornare nella propria cella e, in forte stato di agitazione, ha prima insultato il poliziotto di servizio e poi gli ha scagliato addosso uno sgabello. Un altro agente è prontamente intervenuto e solo dopo una estenuante opera di persuasione i due sono riusciti a calmare il detenuto. Uno dei due agenti, nel togliere lo sgabello dalle mani dell'uomo, si è procurato un taglio alla mano, poi curato al Maria Vittoria.

"Ogni giorno nelle carceri del Piemonte succede qualcosa ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre", ha commentato Donato Capece, segretario generale del Sindacato. "Il SAPPE denuncia da tempo che le carceri sono diventate un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Sono decenni che chiediamo l'espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose. I decreti svuota-carceri, che più di qualcuno continua ad invocare ad ogni piè sospinto, da soli non servono: serve una riforma strutturale dell’esecuzione, serve il taser per potersi difendere dai detenuti violenti e la dotazione di body-cam".

redazione

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