Si è concluso stamattina in tribunale a Imperia con una assoluzione, in quanto ritenuto l’imputato incapace di incapace di intendere e di volere, il processo a carico di S.M., il 73enne che nel luglio scorso a Calderara, frazione di Pieve di Teco.aveva appiccato un incendio nel magazzino di casa sua.
L’anziano difeso dall’avvocato Ramadan Tahiri era finito nei guai la scorsa estate quando, prima aveva minacciato di darsi fuoco e poi aveva incendiato un magazzino seminando il panico in paese. Subito dopo il fatto l’uomo era stato arrestato dai carabinieri su richiesta del pubblico ministero Matteo Gobbi con l'accusa di strage. Successivamente era stato scarcerato dal gip Anna Bonsignorio che pur convalidando l’arresto aveva riqualificato il reato in incendio in quanto, non era stata ravvisata la volontà di uccidere da parte dell'indagato.
Al giudice S.M. aveva fornito una propria versione dei fatti sostenendo di non voler uccidere i vicini né altre persone, ma che voleva fare del male 'solo' a sé stesso. Il 73enne aveva, infatti, ribadito che le sue intenzioni erano quelle di togliersi la vita.
Parole che, sono state ritenute veritiere da parte del giudice. La Procura, dopo la decisione del gip, aveva chiesto e ottenuto il rito immediato per l’imputato che adesso è accusato di incendio doloso.
Quel pomeriggio a Pieve di Teco si erano vissuti lunghi attimi di panico in quanto carabinieri e vigili del fuoco temevano per la pubblica incolumità dell'intera zona poiché nel casolare c'erano taniche con liquidi infiammabili, bombole di gas, legna e diverso materiale che una volta a contatto con il fuoco avrebbe potuto provocare una forte esplosione. I
l giudice Marta Maria Bossi ha, dunque, accolto le richieste della pubblica accusa sulla base di una perizia medico-legale, disponendo, altresì a carico di S.M. due anni di libertà presso una comunità terapeutica.
Commenti