Il Nazionale

Cronaca | 30 dicembre 2022, 18:19

Addio allo storico panificio Fratelli Corgiat Mecio di corso Principe Oddone: “Qui nessuno vuole più aprire”

Il negozio di borgo Valdocco non ha trovato acquirenti: “Vent'anni di lavori per il passante ferroviario, concorrenza della grande distribuzione e spaccio hanno fatto chiudere moltissime attività”

Addio allo storico panificio Fratelli Corgiat Mecio di corso Principe Oddone: “Qui nessuno vuole più aprire”

Un altro negozio storico che se ne va, in una zona segnata da una desertificazione commerciale che sembra essere inesorabile: con la fine del 2022, infatti, chiuderà definitivamente i battenti il panificio Fratelli Corgiat Mecio di corso Principe Oddone 38, da oltre 50 anni punto di riferimento per i residenti di borgo Valdocco, “fetta” del quartiere Aurora racchiusa tra lungo Dora Agrigento, via Cigna e corso Regina Margherita e lo stesso corso Principe Oddone.

La pensione e il mancato ricambio generazionale

L'attività, aperta nel 1965 da Cristina e Silvio Corgiat e successivamente “presa in carico” dai figli Fiorenzo e Francesco, ha attraversato le vicissitudini italiane e torinesi dal boom economico alle crisi degli ultimi anni. Ma i motivi alla base dell'abbassamento definitivo delle serrande sono complessi e legati alle peculiarità dell'area: “Chiudiamo - spiegano – per andare in pensione, ma dopo aver messo in vendita l'attività nessuno si è presentato ed è stato anche difficile trovare qualcuno disposto a fare questo mestiere, manca il ricambio generazionale. La concorrenza della grande distribuzione e i ventennali lavori per il passante ferroviario, inoltre, hanno lentamente portato alla chiusura di moltissimi negozi, una volta qui c'erano anche un materassaio e un orefice”.

 

Il problema principale: lo spaccio

 

Ma il problema principale, secondo i titolari del panificio, è lo spaccio, proliferato proprio durante i lavori per interrare la ferrovia Torino-Milano: “È perfettamente inutile - proseguono – fare le aiuole con gli alberelli, tastando il polso dei residenti possiamo dire che questo tipo di riqualificazione non interessa: finché non verranno mandati via i pusher, invece, non apriranno nuove attività e la gente si lamenta proprio di questo; a poco è valsa una raccolta firme con 700 adesioni e l'installazione di una telecamera. Al di là di tutto, resta il fatto che a breve si spegnerà un'altra luce in una zona limitrofa al centro storico, vicina al Santuario di Maria Ausiliatrice e a diverse scuole. Noi siamo sopravvissuti finora solo perché siamo conosciuti e per la nostra qualità, ma presto sarà tutto buio ”.

Il messaggio di saluto sulla vetrina

Per salutare i clienti, i titolari hanno voluto lasciare una frase di saluto sulla vetrina del negozio: “Il viaggio iniziato nel 1965 dai nostri genitori - si legge – e proseguito da noi figli giunge al capolinea. Un ringraziamento ai clienti storici e a quelli di passaggio che hanno apprezzato il nostro lavoro e i nostri prodotti, che ci hanno quotidianamente scelto offrendoci la motivazione per andare avanti. Da parte nostra abbiamo cercato di accogliervi costruendo con cura e dedizione un luogo di contatto, gentilezza e cortesia, un luogo dove poter trovare cose buone come nel passato e speriamo di esserci riusciti. Nulla dura per sempre, l'importante è esserci stati ed aver lasciato bei ricordi perché in questa attività abbiamo messo il cuore”.

Accanto al messaggio, infine, compaiono anche una vignetta del noto illustratore Gianni Chiostri sulle responsabilità di Amazon nelle chiusure dei piccoli negozi e un pensiero dell'Associazione Commercianti, Artigiani e Partite IVA di via Cibrario.

Marco Berton

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