Presidio stamani, dinanzi al Tribunale di Imperia, di un gruppo di attivisti, che ha esposto uno striscione cona la scritta "È stato un omicidio" riunitosi in occasione della seconda udienza del processo per l'aggressione a Moussa Balde, il 23enne della Guinea che ha subito un violento pestaggio il 9 maggio del 2020 all’angolo tra via Roma e via Ruffini a Ventimiglia. L'accusa di lesioni aggravate è stata mossa a Francesco Cipri, 39 anni, Ignazio Amato, 28 anni e Giuseppe Martinello, 44 anni. Tutti e tre sono assistiti dal legale Marco Bosio.
Secondo quanto appurato dalla Polizia - che in meno di 24 ore risalì ai tre presunti autori del gesto - il giovane venne colpito con un posacenere comunale. L'aggressione fu ripresa con un telefonino e le immagini fecero in poco tempo il giro d'Europa. Essendo irregolare sul territorio il 23enne venne spostato al Cpr di Torino dove pochi giorni si tolse la vita.
“Facciamo nostre le parole del fratello di Moussa, Thierno Balde – specificano gli attivisti - il trattamento che ha ricevuto prima di morire nessun individuo, nessun essere umano dev’essere trattato in questa maniera. Perchè non ci siano più ingiustizie o razzismo, perché è duro ma bisogna essere chiari, si tratta di razzismo quello che ha subito. Perché non ci siano più casi così nel mondo intero, in particolare in Italia. Che il diritto in tutto il mondo sia rispettato, il diritto umano”.
Il sit in è stato quindi organizzato per sostenere la famiglia Balde e “per impedire che questa storia finisca nel silenzio”.
Da via XXV Aprile si leva forte un grido “contro il razzismo istituzionale e ogni forma di violenza razzista, ribadiscono, per la libera autodeterminazione di tutte e tutti e per l’abolizione e la chiusura di tutti i Cpr”.
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