Nel giorno in cui in territorio francese sono partiti gli scavi del tunnel di base del progetto alta velocità, in migliaia si sono ritrovati in Valle di Susa per prendere parte al corteo organizzato dai No Tav.
In marcia da Bussoleno a San Didero
Attivisti e simpatizzanti si sono ritrovati a Bussoleno per dare vita a una marcia fino a San Didero. L'iniziativa è stata presa, come da alcuni anni a questa parte, l'8 dicembre, data che il movimento carica di contenuti simbolici: nello stesso giorno del 2005 una manifestazione No Tav portò alla "riconquista" di un terreno a Venaus in cui doveva sorgere un cantiere della nuova ferrovia Torino-Lione. Il corteo è aperto dallo striscione "C'eravamo, ci siamo, ci saremo".
"Sono diverse migliaia i No Tav in marcia per le strade della Valsusa contro quest'opera ecocida e devastatrice. L'8 dicembre non è una ricorrenza ora e sempre resistenza!", hanno dichiarato gli organizzatori, sottolineando "la devastazione di questa grande realizzazione inutile".
Momenti di tensione con la Polizia
Momenti di tensione fra No Tav e forze dell'ordine al termine del corteo. Nella spianata di San Didero gli attivisti si sono avvicinati a un'area presidiata dalla polizia. Alcuni giovani si sono inerpicati su una montagnola e hanno scagliato dei sassi. Dal grosso dei manifestanti sono stati lanciati anche dei grossi petardi all'indirizzo delle forze dell'ordine, che hanno risposto sparando dei lacrimogeni.
Presenti (ma non in veste ufficiale) sindaci e amministratori
Presenti, anche se non in veste ufficiale di sindaci e politici, molti amministratori della zona, che hanno lamentato di non essere stati coinvolti come nel passato nell’organizzazione dell’iniziativa: "La stragrande maggioranza dei sindaci mantiene comunque una posizione di ferma contrarietà alla nuova linea alta velocità, che considerano inutile e dannosa, con il conseguente inutile sperpero di risorse pubbliche", hanno fatto sapere i rappresentanti dell'Unione Montana.
Tra i presenti anche la consigliera regionale Francesca Frediani, valsusina doc, da sempre fiera oppositrice de progetto alta velocità.
Anche Legambiente contraria: "Opera vecchia e inutile"
“Quando parliamo di TAV – dichiara Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – ci riferiamo ad un progetto nato fra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso. C’era ancora il Muro di Berlino, c’erano ancora le Torri Gemelle, era un mondo che oggi è completamente cambiato. Perseguire nella realizzazione di un progetto che, qualora vedesse la luce, nascerebbe per soddisfare le esigenze di un “piccolo mondo antico” oramai inesistente, spazzato via da una modernità che ci lancia nuove sfide".
"Veniamo dall’estate più calda e siccitosa di sempre, eppure stiamo parlando di un’opera che, secondo le carte progettuali drenerà dalle nostre montagne una quantità d’acqua spropositata, e che già oggi, quando non esiste un solo centimetro di opera definitiva, sta già drenando 100 litri al secondo dalle riserve idriche montane", prosegue il presidente regionale di Legambiente, spiegando il perché dell'adesione alla marcia odierna. "Da sempre siamo convinti che il dialogo con i territori su cu si voglia calare un progetto infrastrutturale debbano essere coinvolti e che un dialogo preventivo stretto e schietto sia imprescindibile. Urliamo il nostro sì ad un futuro più sostenibile, senza una nuova linea ferroviaria di cui non si sente alcuna esigenza”.
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