A 15 anni Torino ricorda la vittime della strage Thyssenkrupp. Era il 6 dicembre 2007 quando nell'acciaieria di corso Regina Margherita morirono bruciati vivi Antonio Schiavone, Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo e Bruno Santino.
"Abbiamo messo al mondo i nostri figli e la Thyssen ce li ha portati via"
"Un genitore - ha detto Rosina Platì, mamma di Giuseppe Demasi durante la cerimonia presso il Memoriale al Monumentale - dovrebbe vivere ogni anno dei propri figli. Io ogni anno vivo la sua assenza: devo chiudere gli occhi per sentire una sua carezza". "Abbiamo messo al mondo - ha proseguito - i nostri figli e la Thyssen ce li ha portati via. Il nostro stato d'animo è provato dopo tutto questo tempo, dopo i vari incontri con ministri del nostro paese. Da 15 anni il mio splendido ragazzo si è addormentato e io vivo in apnea: in questi periodo gli assassini hanno potuto a continuare a dare abbracci a noi negati".
I famigliari a Meloni:"Vogliamo risposte"
A prendere poi la parola Laura Rodinò, sorella di Rosario, che ha letto la lettera inviata dai famigliari della Thyssen a tutto il Governo, dal Premier Giorgia Meloni al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ai ministri Salvini, Giorgetti, Nordio e Piantedosi. "Vogliamo mettere a conoscenza - ha detto - l’intero Governo di quanto abbiamo subito in questi anni. Non ci accontentiamo più di essere ricevuti e ascoltati dal Ministro della Giustizia di turno, ma vogliamo risposte che dopo 15 anni sono quanto meno un atto dovuto".
Lo Russo: "Giustizia va riformata"
A prendere la parola poi il sindaco Stefano Lo Russo che, sottolineando come il Memoriale non "è solo un di sepoltura, ma anche riflessione per una tragedia che rappresenta alcuni mali dell'Italia". "Il primo - ha aggiunto - è quello della sicurezza sul lavoro: il 18 dicembre ricorderemo tre ragazzi che sono morti nel crollo di una gru caduta". "Oggi, - ha poi aggiunto - se vogliamo essere un paese che fa uno scatto in avanti, dobbiamo farlo tutti sulla sicurezza sul lavoro. Non si dovrebbe mai assistere alla morte di un figlio, lo dico da sindaco e papà: solo immaginando il dolore che avete provato, e che provate quotidianamente, ci si può avvicinare a capire le vostre parole di rabbia e di disagio per vivere in un Paese che non è in grado di garantire la giustizia". "Questo - ha aggiunto - è il secondo male del Paese, quello di un sistema giudiziario, e questo non è purtroppo l'unico caso, che talvolta lascia andare via i colpevoli e talvolta arresta gli innocenti. Questo profondo disagio lo proviamo tutti e a maggior ragione noi che viviamo le istituzioni. C'è un problema strutturale della giustizia in questo Paese, una giustizia che va riformata, un quadro normativo che va riformato, perché vi sia davvero la certezza del diritto e della pena".
Marrone: "Ferita Thyssen non si rimargina per mancanza di giustizia"
Ad intervenire sulla giustizia anche l'assessore regionale Maurizio Marrone: "La strage Thyssen è una ferita aperta, che non riesce a rimarginarsi per la mancanza di giustizia, come invece le famiglie meritavano accadesse". "La vostra rabbia - ha aggiunto - è quella di tutta l'Italia: la giustizia negata a voi e negata a tutta Italia, che deve cominciare a farsi rispettare di più". E ha concluso: "L'unica cosa che possiamo chiedervi è il perdono: il dolore di questi giovani serva a risvegliare le coscienze".
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