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Sport | 04 dicembre 2022, 21:52

Tutta la Bologna del mondo per battere Varese. Ma non la sua idea di pallacanestro

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - A conti fatti c’è voluta tantissima Virtus, una Virtus da Eurolega, per avere ragione della Openjobmetis. E questo vale quanto una vittoria per la squadra di Matt Brase. La distanza dall'eccellenza c'è, ovviamente, ma non è enorme: quali passi in avanti per colmarla ulteriormente?

Tutta la Bologna del mondo per battere Varese. Ma non la sua idea di pallacanestro

Quattordici assist, quattordici, di Milos Teodosic (che non doveva nemmeno giocare). La micidiale verticalità di Jaiteh, Mickey e Camara. Le triple di un Belinelli passato dalla naftalina a una prestazione da NBA. La freschezza di Mannion e Cordinier che praticamente non sbaglia un tiro.

A conti fatti c’è voluta tantissima Virtus, una Virtus da Eurolega, per battare Varese. E questo vale quanto una vittoria per la squadra di Matt Brase.

E, sempre a conti fatti, c’è a nostro parere solo un dato a indicare un predominio netto da parte dei bianconeri: sono i 40 minuti passati davanti nel punteggio. I vice campioni d’Italia non hanno mai rischiato di perdere questa sera, ma escono da Masnago e da questa partita d’altri tempi con il sudore sulla fronte: non è capitato loro molto spesso in questo campionato...

E non è stata solo una questione di quantità, ma anche di qualità: dietro questa vittoria ci sono state tante Bologna. Quella che ha corso anche più di Varese, quasi spaesando i padroni di casa che all’inizio, almeno per un momento, si sono chiesti se non fossero su Scherzi a parte. Quella che non ha abusato del post basso, come Verona, come Venezia, capendo fin dal prepartita che fermare il gioco potesse essere un’ammissione di subordinazione e non una proficua chiave interpretativa: quante volte Teodosic ci ha amazzato dal palleggio e sui giochi a due? E poi quella che comunque non ha disdegnato di giocare a centrocampo nel secondo tempo, cercando tiri mortiferi (citofonare il Beli) fuori dai blocchi.

Nessuna di queste Virtus, però, ha davvero ucciso Varese e la sua idea di pallacanestro: con il suo basket la Openjobmetis ha recuperato dal -21 di inizio terzo quarto, è arrivata a -5 e ad avere una partita nel quarto quarto e – cosa non banale – ha ammaliato di spettacolo il suo pubblico, raramente visto divertirsi così in un match nel quale i suoi beniamini non sono mai stati in vantaggio.

Ferrero e compagni devono uscire da questa gara consapevoli del loro valore, del fatto che la distanza dall’eccellenza esiste (ovviamente esiste: perché c’era qualcuno che l’ha mai messa in dubbio?), ma non è enorme: è solo, ancora, grande. Un altro passo per colmarla, sempre che sia possibile? Forse aumentare di numero quei momenti in cui una difesa che non può vivere di mezzi fisici riesce a colmare le mancanze strutturali con intensità, intelligenza e posizionamenti adeguati.

Fabio Gandini

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