I carabinieri mascherano un giro di mazzette all'obitorio dell'ospedale di Saronno. L'indagine, partita da alcune segnalazioni da parte della direzione sanitaria dell'ospedale, ha portato a misure cautelari nei confronti di dieci persone, una delle quali in carcere.
L'intervento dei militari dell'Arma è scattato alle prime ore del mattino di oggi e ha riguardato non solo la provincia di Varese, ma anche il comune di Como. I Carabinieri della Compagnia di Saronno hanno dato esecuzione a un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali coercitive e interdittive emessa dal gip del Tribunale di Busto Arsizio, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di dieci persone: una destinataria di custodia in carcere, una di misura agli arresti domiciliari, due di quella del divieto di esercizio di professione medica, quattro del divieto di esercitare l'attività di impresario funebre, due della sospensione dall'esercizio delle mansioni di addetto all'obitorio con divieto di concludere contratti di lavoro con la pubblica amministrazione, ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di corruzione di incaricato di pubblico servizio, peculato, furto, truffa, falsità ideologica.
Le indagini - che si sono avvalse di attività tecniche come intercettazioni telefoniche e video, riscontri documentali, escussioni e servizi di controllo e pedinamento - sono state avviate dal Nucleo Operativo della Compagnia di Saronno a seguito di alcune segnalazioni giunte dalla Direzione sanitaria nel novembre del 2020 in ordine a una somma di denaro ricevuta - a titolo non meglio precisato - da un addetto all'obitorio da parte di un impresario funebre del luogo.
Le conseguenti attività di indagine hanno consentito di accertare che quattro titolari di onoranze funebri, disgiuntamente tra loro, elargivano somme di denaro in favore di alcuni dipendenti (uno di questi colpito da misura in carcere) dell'obitorio dell'ospedale di Saronno al fine di orientare i parenti dei defunti alla scelta dell'impresa cui affidare il servizio funebre, ottenere informazioni, effettuare trattamenti di vestizione e tanatocosmesi sulle salme quando non previsto. Oppure ottenevano di mostrare le salme ai congiunti anche quando queste risultavano positive al Covid-19, in violazione delle norme anti-contagio.
Sempre dalle immagini è emerso che due medici di base operanti all'interno dello stesso ambulatorio accreditato Asst avevano rilasciato false attestazioni di malattia a dipendenti pubblici e privati che ottenevano così indebite percezioni per assenza dal lavoro e che un'addetta all'obitorio dell'ospedale di Saronno (destinataria della misura dei domiciliari), durante i periodi di assenza dal lavoro per malattia - falsamente attestata dai due medici - prestava la propria opera lavorativa come impiegata presso l'ambulatorio degli stessi sanitari.
Nell'ambito della stessa indagine, infine, è emerso che due dipendenti dell'Obitorio dell'Ospedale di Saronno si erano impossessati di materiale sanitario e di pulizia di proprietà dell'ospedale di Saronno per poi cederli a terzi.
Commenti