Il Nazionale

Cronaca | 25 novembre 2022, 13:53

Femminicidi ed abusi, anche le agenti del carcere di Torino in campo: "Ricordiamo le donne annientate nell'animo e fisico"

Oggi il Lorusso e Cutugno ha aperto le porte. La direttrice Buccoliero: "Servono attività pensate per le carcerate"

Femminicidi ed abusi, anche le agenti del carcere di Torino in campo: "Ricordiamo le donne annientate nell'animo e fisico"

Anche le donne appartenenti alla Polizia Penitenziaria scendono in campo contro la violenza sulle donne. Oggi per la prima volta il carcere Lorusso e Cutugno ha spalancate le proprie porte al pubblico, in occasione del 25 novembre. Nel cortile del penitenziario le agenti, grazie al sostegno del Comando e della neodirettrice Cosima Buccoliero, hanno deposto sulla panchina rossa una rosa a ricordo delle vittime di femminicidio ed abusi. Davanti alla seduta decine di scarpe rosse per ricordare chi non c'è più.

"Siamo qua per ricordare le donne annientate nell' anima e nel fisico" 

"Siamo qui - ha spiegato una poliziotta penitenziaria, leggendo un messaggio condiviso - per riaffermare quei valori di solidarietà nei confronti di tutte coloro che lottano ogni giorno per affermare i loro diritti di donne, contro la violenza in tutte le sue forme, ricordando, come simboleggiano le decine di paia di scarpe rosse davanti a noi, simbolo della lotta al femminicidio, coloro che non hanno resistito, coloro le quali sono state annientate, non solo nell'anima ma nel fisico". 

"No alla violenza sulle donne" 

"Ora non rappresentiamo - ha aggiunto - solo le donne dello Stato, ma siamo unite tutte per gridare forte: no alla violenza sulle donne, no al femminicidio". "Vogliamo essere portatrici di quel messaggio di rispetto che deve essere trasmesso ai nostri figli, pretendendo che le nostre figlie esigano quel rispetto che è indispensabile in una società che non discrimina ma unisce", hanno concluso.

La direttrice: "Servono attività pensate per le carcerate" 

Sul fronte dei numeri, nel Lorusso e Cutugno sono rinchiuse 110 donne: nei reparti femminili lavorano 75 agenti donne, su un totale di 750. Tra di loro anche diverse mamme: i bambini sotto i sei anni che vivono con loro nel carcere sono tre. "Le donne detenute - ha sottolineato la direttrice Cosima Buccoliero - sono spesso emarginate perché la maggior parte delle attività sono pensate per gli uomini: questo incide anche sul personale. Bisogna creare delle situazioni che tengano conto delle carcerate, così come del personale che conciliare la vita lavorativa con le problematiche famigliari". 

Cinzia Gatti

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