Il Nazionale

Cronaca | 24 novembre 2022, 11:10

Attesa per domani l'udienza di convalida dell'arresto di Piero Pesce. Tra i clienti della tabaccheria albese il ricordo di quel giovane "discreto e garbato"

Il 61enne impiegato è accusato dell'omicidio del figlio 28enne. Il suo avvocato: "Un dramma familiare"

Attesa per domani l'udienza di convalida  dell'arresto di Piero Pesce. Tra i clienti  della tabaccheria albese il ricordo  di quel giovane "discreto e garbato"

Si terrà probabilmente domani, venerdì 25 novembre, in tribunale ad Asti, l’udienza di convalida dell'arresto di Piero Pesce, 61 anni, impiegato amministrativo in una ditta di macchine e prodotti per l'enologia a Nizza Monferrato dopo esserlo stato a lungo alla Riccadona di Canelli, accusato di aver ucciso il figlio Valerio, 28 anni, ieri mattina, nell’abitazione di famiglia a Canelli, in una palazzina tra via Giovanni XXIII e viale Indipendenza.

L'uomo ieri, terminato l'interrogatorio in caserma a Canelli, è stato portato in carcere, presso la casa circondariale di Asti.

"Un dramma familiare - si limita a dire l'avvocato nicese Giovanna Balestrino, che assiste Pesce -, attendiamo l'udienza di convalida".

LE PRIME RICOSTRUZIONI

Secondo le prime ricostruzioni effettuate dai Carabinieri di Asti, intervenuti sul posto insieme ai militari della Compagnia di Canelli, l'uomo, che poi è stato a lungo sentito nella locale stazione dell’Arma, avrebbe brandito un coltello al culmine di una lite col figlio, colpendolo con numerose coltellate in camera da letto.

Ed è proprio in camera da letto che ieri mattina i militari hanno trovato il corpo senza vita del ragazzo.

Dietro al tragico gesto – è una delle ipotesi su cui gli inquirenti cercano conferme – potrebbe esserci l’ombra di debiti contratti dal figlio e l'ipotesi che potesse soffrire anche di ludopatia.

Il ragazzo, dal 2017 e sino a poche settimane fa, aveva gestito la storica tabaccheria, ricevitoria e cartoleria presente al civico 16/E di piazza Cristo Re ad Alba, frequentato esercizio, molto conosciuto in città. Nel frattempo si era anche trasferito nella capitale delle Langhe, prendendo casa in un alloggio nella zona di corso Europa. Da un paio di settimane il negozio era però chiuso. Sulle sue vetrine un cartello che giustificava il fatto con motivi di salute. Anche da qui, e dalla decisione del figlio di rientrare nella casa paterna, le ipotesi sulle quali gli inquirenti stanno lavorando per cercare di fare piena luce su dinamica e movente della terribile vicenda.

L’INCREDULITA’ DEI CLIENTI

Nella capitale delle Langhe la notizia del fatto di sangue ha suscitato comprensibile effetto. Appreso con incredulità quanto accaduto, il pensiero dei tantissimi clienti abituati a frequentare il negozio all’angolo con via Fornace Sorba è andato alla figura di quel ragazzo alto ed esile, al suo fare "discreto ma sempre garbato" dietro al bancone della tabaccheria che da cinque anni gestiva con l’aiuto della compagna e dove spesso era presente anche quel padre che, nelle prime ore di ieri, si è reso colpevole di un gesto sulle cui motivazioni toccherà agli inquirenti fare chiarezza.

Elisabetta Testa

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