Nuovo arresto nell'ambito delle indagini relative all'operazione "Money Laundering", svolte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale carabinieri di Savona, riguardanti un'associazione per delinquere transnazionale dedita al riciclaggio di rilevanti somme di denaro frutto dei varie tipologie di truffe on-line, commesse tra il 2020 e il 2022 in Italia e in altri 57 paesi del mondo.
Nella giornata di ieri i militati hanno tratto in arresto in Val Bormida un 32enne nigeriano, le iniziali K.E., richiedente asilo politico, residente in provincia di Savona, destinatario di una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 21 novembre dal G.I.P. del Tribunale di Savona, il dottor Emilio Fois, su richiesta dalla Procura della Repubblica (il Pm Claudio Martini).
L'uomo indagato per i reati di associazione per delinquere, riciclaggio internazionale di denaro provento di varie “truffe alla nigeriana” on-line, accessi abusivi a sistemi informatici e falsificazione o alterazione di comunicazioni informatiche o telematiche, è stato portato presso il carcere di Genova Marassi a disposizione della locale Autorità Giudiziaria.
La posizione del 32enne nigeriano non era emersa lo scorso 3 maggio all'atto dell'esecuzione della prima parte dell’operazione, ma solo a seguito dei recenti approfondimenti investigativi.
L’indagine “Money Laundering” è stata avviata nell’estate del 2020, a seguito dell’identificazione dei primi nigeriani dediti ad effettuare frequenti prelevamenti di denaro in alcune banche di Savona e trovati in possesso di numerose carte di credito e telefoni cellulari.
Approfondendo gli accertamenti nei loro confronti i militari erano risaliti alla prima vittima delle truffe, una giovane toscana che aveva denunciato di essere stata contattata, attraverso social network e vari sistemi di messaggistica, da soggetti spacciatisi per i noti cantanti Tiziano Ferro e Umberto Tozzi, nonché da un sedicente agente della CIA o dell’FBI americano, che l’avevano indotta ad effettuare versamenti con svariate motivazioni, per un importo di circa 20 mila euro.
Benché la denuncia fosse stata presentata in Toscana, i versamenti della giovane tramite bonifici erano giunti ad un conto corrente di un cittadino nigeriano residente a Savona. I successivi accertamenti svolti dai carabinieri nei confronti di quest’ultimo avevano consentito di sequestrare altre carte di credito, telefoni cellulari e ricevute di consistenti movimentazioni bancarie.
Le indagini sono quindi proseguite con acquisizioni di altre querele per truffe, individuando in due anni ben 433 vittime di varie tipologie di raggiri sparsi tra l’Italia e altri 57 paesi nel mondo, con l’analisi di oltre 14.000 transizioni bancarie e movimentazioni di denaro per un totale di circa 6 milioni di euro, di cui circa 2 milioni di euro provento illecito diretto delle 433 vittime, trasferiti tra 30 diversi istituti di credito della provincia di Savona, nonché svolgendo complesse e articolate attività di tipo tradizionali con servizi di osservazioni, controlli e pedinamenti dei confronti di 76 persone indagate, 29 delle quali destinatarie della prima ordinanza di custodia cautelare eseguita il 3 maggio.
I recenti accertamenti, inoltre, avevano rilevato l’esistenza di una confraternita di nigeriani, costituita a Savona, di cui fanno parte diversi tra i principali indagati, confermando la sussistenza di un’associazione per delinquere transnazionale dedita al riciclaggio dei proventi illeciti.
I raggiri erano commessi secondo schemi simili e ricorrenti:
- quello delle “truffe sentimentali”, nella quale un soggetto intratteneva una relazione sentimentale o di amicizia a distanza con la vittima, approfittando della familiarità conseguita per ottenere l’invio di somme di denaro con motivazioni di apparente necessità impellente o di beneficenza (in alcuni casi sino ad oltre 200.000 €);
- quello nel quale il truffatore, oltre a creare un legame amicale o sentimentale con la persona offesa, faceva balenare una falsa prospettiva di guadagno (somme da sbloccare o da custodire, denaro da trasferire, casseforti o pacchi da consegnare, ecc.) in vista della quale la vittima veniva indotta ad effettuare dei versamenti;
- quello più sofisticato della “man in the middle”, nel quale il truffatore si rivolgeva alla vittima con modalità telematiche simulando l’identità di un’azienda con la quale il soggetto era effettivamente in contatto: ad esempio per una prenotazione alberghiera, ottenendo così dei pagamenti indebiti.
Il denaro illegalmente ricevuto veniva poi trasferito ad altri nigeriani residenti a Savona e provincia, i cosiddetti “prestaconto”, e da questi proiettati sul altri molteplici conti correnti da loro opportunamente aperti, oppure su carte di credito o prelavati in contanti, infine trasferiti in Nigeria con money transfer, operazioni extraconto o di persona con voli aerei, trattenendo una percentuale (sino al 25%).
Il 32enne arrestato ieri risulta titolare di vari rapporti bancari e carte di credito, opportunamente sequestrate, attraverso le quali ha eseguito frequenti e sistematiche operazioni per un importo complessivo di circa 180.000 euro.
L’indagato è stato pertanto messo a disposizione dell'autorità giudiziaria. Il procedimento è attualmente nella fase preliminare ed i provvedimenti finora adottati non implicano la responsabilità dell’indagato non essendo stata assunta alcuna decisione definitiva da parte dall’Autorità Giudiziaria.
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