Da Usseaux a Bologna con un sorriso che conquista i Comuni Fioriti. Melissa Abate Daga, 27 anni, ha rappresentato il Comune di Usseaux alla rassegna ‘Donna Comuni Fioriti 2022’ organizzata da Asproflor nell’ambito del meeting nazionale ‘Comuni Fioriti’, che si è tenuto la scorsa settimana all’Eima di Bologna (Esposizione Internazionale di Macchine per l’Agricoltura e il Giardinaggio).
Tre i titoli previsti per le quattordici partecipanti, selezionate fra i Comuni italiani che vantano il riconoscimento di ‘Comune Fiorito’: Donna Comuni Fioriti, Donna Tradizioni, Donna Eima Federunacoma, titoli assegnati rispettivamente a Sofi Tandin da Porto Viro (Rovigo), Sandra Fadda da Sorradile (Oristano) e Mara Schellino da Alba (Cuneo).
“A me la giuria ha invece deciso di assegnare una fascia nuova, quella di Donna Sorriso – commenta soddisfatta Abate Daga –. È stata davvero una piacevolissima esperienza, che all’inizio ho intrapreso un po’ titubante, ma poi mi ha conquistata. Mi sono divertita con le tredici ragazze che hanno sfilato con me, ho potuto conoscere i loro paesi di provenienza, le loro tradizioni... Anche perché se per la seconda e terza fase della sfilata abbiamo tutte indossato vestiti scelti dall’organizzazione, la prima parte si è svolta indossando i costumi tipici ciascuna del proprio Comune”.
Melissa Abate Daga è nata e cresciuta a Pinerolo, ma durante l’infanzia ha frequentato regolarmente Usseaux, terra d’origine di sua mamma e della sua famiglia.
“Crescendo, ho studiato a Torino, e mi sono laureata in pittura all’Accademia delle Belle Arti di Torino. Ma poi il mio futuro l’ho visto fra i vicoli suggestivi e caratteristici di Usseaux, dove sono stata subito coccolata ed incoraggiata dall’intera cittadinanza”.
Così, in via Conte Eugenio Brunetta, 27, in quella che era la casa di sua nonna, ha aperto il suo atelier, dove è possibile ammirare decorazioni pittoriche su legno e pietra, stoffa, tele d’artista, trompe l’œil e murales.
“Usseaux è la dimensione giusta per vivere la mia arte – sottolinea Abate Daga –. Non penso che, se fossi rimasta in città, avrei potuto fare ciò che faccio qui, dare vita alla mia passione e trasformarla in professione”
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