Nuova udienza, nei giorni scorsi in tribunale a Cuneo, nel procedimento volto a far luce sulla dinamica dell’incidente avvenuto il 27 aprile 2018 sulla linea ferroviaria tra Torino e Savona, all’altezza del km 6+910 della stazione di Trinità.
Quel giorno, il treno regionale 10140 partito dal capoluogo piemontese e diretto in Liguria deragliò a causa dell’impatto con una gru crollata sui binari. Il sinistro non causò fortunatamente feriti.
Accusati nel procedimento per disastro ferroviario colposo i due responsabili dell’azienda Asfalti di Savigliano che, all’epoca dei fatti, era proprietaria del lotto di terreno sul quale si trovava la gru. L’appezzamento era stato concesso in comodato gratuito alla Edil Giara Srl di Trinità, società per cui lavorava il manovratore del mezzo, che ha già definito la sua posizione processuale con il patteggiamento della pena.
Trenitalia, costituitasi parte civile in giudizio, ha nominato un proprio consulente che, nel corso dell’ultima udienza, ha illustrato al tribunale la relazione con la quale lo stesso professionista, avvalendosi anche della consulenza di un ingegnere, ha quantificato i danni subiti dal vettore. Secondo tale perizia il totale dei danni diretti e indiretti derivati dal disastro ammonterebbe a 1 milione e 446mila euro. Somma nella quale sono ricompresi, oltre ai lavori resisi necessari per la riparazione delle carrozze deragliate, anche quelli per la locomotiva.
A testimoniare in aula, anche il manovratore della gru, che ha spiegato di non aver mai avuto contatti né prima né dopo l’incidente con i due responsabili della Asfalti di Savigliano. Secondo l’accusa, i lavori svolti nell’area adiacente alla ferrovia, le cui distanze non sono previste dal Dpr, non sarebbero stati approvati da Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), a cui l’azienda saviglianese avrebbe dovuto chiedere autorizzazione in deroga, come aveva fatto in passato. “Quel giorno l’auto gru si trovava lì per scaricare materiali da un camion, per un totale di cento quintali – ha spiegato il manovratore -. Il fondo serviva alla Edil Giara per stoccarvi materiali come manufatti in cemento e simili. Avevo iniziato il lavoro la mattina. Dovevo trasportare alcuni piloni di cemento armato che provenivano dal fallimento di una ditta a Loreto di Fossano. Volevo stoccarli nel deposito nell’eventualità che mi fossero serviti. Per il comodato d’uso ho sempre parlato con un’altra persona".
La prossima udienza è stata fissata al 18 gennaio 2023 per la discussione del procedimento e la sentenza.
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