Il Nazionale

Cronaca | 20 ottobre 2022, 13:01

Via Genova come simbolo per urlare basta alle morti sul lavoro: "Non c'è opera che valga una vita"

Manifestazione di Cgil, Cisl e Uil dove cadde la gru. "Difendere i giovani e tutelare gli anziani. Fare utili non può mettere a rischio chi lavora"

Via Genova come simbolo per urlare basta alle morti sul lavoro: "Non c'è opera che valga una vita"

"Non c'è opera che valga una vita". In via Genova risuonano con una potenza particolare le parole che un delegato sindacale pronuncia dal palco che Cgil Cisl e Uil hanno allestito a pochi passi dal punto in cui, dieci mesi fa, è crollata la gru che ha strappato la vita a tre operai.

È la manifestazione che, insieme a 4 ore di sciopero, vuole rilanciare l'appello per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Un tema che non perde attualità, come dimostra l'incidente di poche settimane fa, a Rivoli. Circa un migliaio le persone presenti, con caschetto, bandiere e cartelli che pretendono la garanzia di tornare a casa sani e salvi, alla fine dell'orario di lavoro. La percentuale di adesione, nelle fabbriche coinvolte, oscilla tra il 70 e l'80%, con punte del 90%.

Un elenco che non vede mai la fine

"Bisogna dare il messaggio che non siamo di fronte ad una situazione che può essere affrontata in modo ordinario o peggio rituale - dice Enrica Valfré, segretaria di Cgil Torino -: non bastano più i comunicati stampa di denuncia e di vicinanza ai famigliari delle vittime, non possiamo più continuare ad aggiungere numeri e nomi ad un elenco che non ha mai la riga finale. Siamo di fronte a una vera e propria strage".

E anche per questo, Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato di volersi costituire parte civile in tutti i processi che saranno legati a episodi di morti o incidenti.

Tutelare i lavoratori più anziani

E accanto alla proposta di una patente a punti per le aziende, così da penalizzare chi non rispetta le regole, Gianni Cortese, segretario Uil Torino e Piemonte, ha aggiunto "Bisogna affrontare il tema della precarietà, che aumenta il rischio di infortuni sul lavoro, anche a causa della carenza di formazione e informazione. La formazione deve coinvolgere anche i datori di lavoro. La frenesia di realizzare utili non deve compromettere la sicurezza nei luoghi di lavoro. Occorre intervenire sulla previdenza, affinché i più anziani non svolgano compiti a rischio, tenendo conto che solo nei primi 8 mesi dell'anno, oltre ai morti sul lavoro, le malattie professionali sono aumentate del 7,9%".

A rischio i giovani che "imparano"

E Domenico Lo Bianco, segretario per Torino e Canavese di Cisl, conclude: "Nonostante proclami e buone intenzioni si continua a morire di lavoro. Più di mille morti all’anno (siamo già a quasi a 700 nei primi otto mesi del 2022 in italia, di cui 60 nella nostra regione e 25 a torino). Per non parlare degli infortuni sul lavoro: 37 mila in Piemonte, 21 mila in provincia di Torino. Questi numeri sono uno scandalo per un paese civile come il nostro. La salute e sicurezza non sono un optional, ma diritti che vanno tutelati e salvaguardati. Noi non ci arrendiamo. E continuiamo a portare avanti, ieri come oggi, la nostra giusta battaglia in difesa della vita dei nostri lavoratori e dei nostri giovani. A morire infatti sono anche loro, spesso minorenni, impegnati nell’alternanza scuola lavoro".

Massimiliano Sciullo

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