Pur essendo contitolari di una società, che aveva fondato uno studio dentistico, dove venivano eseguite prestazioni odontoiatrie, ortodontiche e tutto quanto relativo a questo specifico settore non possedevano per gli inquirenti alcuna abilitazione. Due uomini, S.L. di 51anni, e S.C. di 45 anni, sono finiti a processo con l'accusa di esercizio abusivo della professione.
Il dibattimento si è incardinato dinanzi al giudice monocratico di Imperia, Antonio Romano. Secondo le indagini della Procura il 51enne era l'amministratore unico e proprietario del 30% delle quote societarie mentre il 70% era del 45enne.
Il 51enne, difeso dall'avvocato Ramez El Jazzar, secondo l'impostazione accusatoria, "privo delle prescritte abilitazioni effettuava personalmente spesso in presenza o affiancato da S.C., su diversi pazienti molteplici attività non consentite tra cui la cura di carie, anestesie, estrazioni di denti, otturazioni, detartasi (igiene orale e ablazione del tartaro ndr), prescrizione di farmaci e di cure anestetiche nonchè inserimento di protesi".
I fatti risalgono al marzo del 2017 e sarebbero stati commessi a Ventimiglia. Il 45enne, assistito dal legale Giorgio Valfrè, pur essendo medico per la Procura non era abilitato a svolgere l'attività dentistica e quindi entrambi gli imputati sono finiti a processo con la medesima accusa.
Stamani in aula hanno testimoniato alcuni pazienti che hanno riferito di essersi sottoposti solo a pulizie di denti oppure a sedute inerenti l'apparecchio dentale. I testi inoltre hanno escluso che i due imputati abbiano eseguito attività vietate. Il processo è stato aggiornato al 27 ottobre per la prosecuzione dell'attività dibattimentale.
Commenti