Il Nazionale

Cronaca | 13 ottobre 2022, 07:18

Il treno deragliò a Trinità a causa del crollo di una gru sui binari: in due a processo, Trenitalia parte civile

Il disastro, fortunatamente senza vittime, avvenne nel 2018. Il manovratore della gru ha già definito la sua posizione processuale con il patteggiamento della pena

Il treno deragliò a Trinità a causa del crollo di una gru sui binari: in due a processo, Trenitalia parte civile

Il 27 aprile e 2018, intorno alle 12.40, il treno regionale 10130 diretto da Savona a Torino, deragliò sui binari. Nessun ferito grave: questo, fortunatamente, fu il bilancio dell’incidente.

In Tribunale a Cuneo è in corso il procedimento penale per far luce sulla dinamica dell’accaduto. Ad essere accusati di disastro ferroviario colposo, due responsabili dell’azienda Asfalti Savigliano. Trenitalia è parte civile.

Come spiegato nel corso della prima udienza celebratasi in tribunale, il treno deragliò a causa dell’impatto con una gru che crollò sui binari. Sul posto, giunse anche il tecnico Spresal che, chiamato a testimoniare, ha riferito in aula lo stato dei luoghi: “La motrice e le prime carrozze si sono disassate con i binari a poche centinaia di metri verso la stazione di Trinità. Il braccio della gru ha reciso i cavi elettrici della linea ferroviaria”.

Ad aver già definito la sua posizione processuale con il patteggiamento della pena, il manovratore della gru della Edil Giara srl di Trinità. Asfalti Savigliano è l’azienda proprietaria del lotto di terreno sul quale si trovava il mezzo. Il terreno era stato concesso in comodato gratuito alla Edil Giara che non sarebbe mai stato formalizzato se non verbalmente.

“Il lotto di terra -come spiegato dal tecnico Spresal- veniva utilizzato dall’azienda di Trinità come un deposito e magazzino. La ‘Asfalti Savigliano’ però ne deteneva una piccola parte, circondata da una recinzione metallica, in cui depositava materiale edile. Nei suoi confronti abbiamo elevato un verbale di prescrizione per non aver effettuato la valutazione del rischio su quella parte di terreno”.

La gru, stando a quanto emerso, prima del sinistro, si sarebbe trovata nell’aerea adiacente alla ferrovia, ma prossima alla recinzione, che stava a circa quattro cinque metri dalla massicciata ferroviaria. “C’è un Dpr che indica le distanze precise a cui ci si deve mantenere se si lavora sulle linee ferroviarie -ha proseguito il tecnico Spresal-. Se si vuole derogare è necessario chiedere l’autorizzazione a RFI”.

Dalla deposizione del testimone è emerso che la “Asfalti Savigliano” aveva presentato solo una richiesta di autorizzazione in deroga nel 2007 per la costruzione di un capannone e in quell’occasione RFI l’aveva concessa :“Dopo quell’anno non risultano più autorizzazioni da parte di RFI”.

Ad aver individuato il punto di impatto era stata la Polizia Scientifica, all’altezza del km 6+910: “La gru era capovolta e il braccio aveva impattato con la motrice del treno diretto verso Torino- ha riferito Nunzio Amante della Scientifica-. Dal punto di impatto iniziavano ad essere danneggiate le traversine e c’erano detriti di cemento e bulloni. A circa cinquecento metri sulla linea ferroviaria abbiamo individuato il convoglio ferroviario sviato dai binari, al km 6+400. Non siamo riusciti a ad appurare dove fossero collocati i piedini della gru prima dell’impatto, perché era piano di segni lasciati dai piazzamenti precedenti”.

Dopo il disastro, erano intervenuti anche i Vigili del Fuoco: “Il treno aveva otto carrozze -ha illustrato il caposquadra-. La prima e l’ultima erano parzialmente deragliate, le altre in asse”. Stando a quanto ricostruito, all’origine del crollo del ribaltamento della gru ci sarebbe la soletta in calcestruzzo che in quel momento il mezzo stava spostando.

Il 26 ottobre, il prosieguo.     

CharB.

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