Il Nazionale

Cronaca | 15 settembre 2022, 12:40

Tentato stupro in stazione, colpo di scena: «Uno dei due uomini in carcere non è chi mi ha aggredito»

Stamattina in tribunale a Varese una delle due ragazze vittima di violenza sessuale lo scorso dicembre tra la stazione di Venegono Inferiore e un vagone del treno Varese-Milano "scagiona" uno degli uomini detenuti da quasi un anno. La giovane ha riconosciuto il volto di un'altra persona attualmente non identificata

Tentato stupro in stazione, colpo di scena: «Uno dei due uomini in carcere non è chi mi ha aggredito»

Ricordi precisi sui fatti dello scorso 3 dicembre e una ulteriore certezza: la persona che questa mattina era presente in tribunale a Varese, cioè il 22enne tradatese Anthony Gregory Fusi Mantegazza, in carcere da quasi un anno, al pari di un altro giovane, per lo stupro e la tentata violenza avvenuti lo scorso inverno tra la stazione ferroviaria di Venegono Inferiore e un vagone del treno Varese - Milano, non è uno dei due aggressori. 

Lo ha detto in aula una delle vittime di quei fatti, dopo aver ricostruito in modo dettagliato l’approccio nei suoi confronti tentato la sera del 3 dicembre 2021 da due soggetti che parlavano in marocchino stretto, e che a turno le si erano avvicinati all’interno della stazione di Venegono. Qualche scusa per attaccare bottone mentre la ragazza aspettava il treno e poi l’aggressione vera e propria, messa in atto da uno dei due ragazzi, mentre l’altro faceva da palo su una delle due porte del locale, quella che dà sui binari. 

«Mi ha preso per il collo - ha ricordato la ragazza in aula - e con l’altra mano ha cercato di togliermi i pantaloni, ma non ce l’ha fatta». Poi la ragazza si sottrae alla presa, scappa all’esterno dalla porta non presidiata dal presunto complice dell’aggressore e chiama i soccorsi. 

Segue il trasporto in ospedale dove la giovane incontra un’altra ragazza, sotto shock per una violenza sessuale subita quella stessa sera, poche ore prima, sul treno Varese - Milano. Le due si confrontano ed emergono particolari che combaciano: aggressori stranieri, uno con la stampella, uno con la bicicletta. Sono i particolari che di lì a poco daranno il via alle indagini. 

Ma oggi, come detto, è arrivato il colpo di scena. Doppio, perché la ragazza oltre ad aver escluso che Mantegazza fosse presente in stazione, ha indicato con certezza il volto del suo aggressore tra una serie di foto sottoposte alla sua attenzione dall’avvocato Fabio Bascialla, difensore dell’altro imputato in carcere. Si tratta di un soggetto ad oggi non identificato anagraficamente, sempre di origine nord africana e su cui si sta concentrando l’attenzione degli inquirenti. 

In ottica difensiva il fatto rafforzerebbe la tesi dello scambio di persona, sostenuta anche dal legale di Anthony Gregory Mantegazza, l’avvocato Monica Andreetti. La ragazza però potrebbe essere risentita al termine del dibattimento per un riconoscimento facciale dell’imputato oggi assente, ma che comparirà davanti al collegio giudicante alla prossima udienza, su decisione del collegio stesso. 

Il dibattimento proseguirà a fine mese con l’esame della ragazza abusata sul treno, che oggi non si è presentata in aula, ma che all’epoca delle indagini aveva effettuato un preciso riconoscimento degli odierni imputati. Nel frattempo le analisi svolte dai Ris su un cappello trovato a casa di uno degli imputati e indossato da uno degli aggressori - come si è appreso dalle immagini delle telecamere - hanno escluso la presenza di tracce riconducibili ai due giovani in carcere.

Gabriele Lavagno

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