Il 10 giugno scorso in tribunale ad Asti era arrivato a sentenza il maxi processo 'ndrangheta Fenice-Carminius.
Ora, a distanza di pochi mesi, un documento redatto dai giudici che hanno celebrato il maxi processo parla di condizioni "ormai permanenti di eccezionale difficoltà", in relazione al settore penale del tribunale astigiano.
Questa situazione è stata certificata anche dal Consiglio giudiziario del distretto del Piemonte lo scorso 22 febbraio.
I tre componenti del collegio, coordinato da Alberto Giannone, hanno chiesto e ottenuto dal presidente del tribunale astigiano, Giancalo Girolami, una proroga di 90 giorni per il deposito delle motivazioni, spiegando che nei tre mesi successivi alla lettura del dispositivo hanno dovuto dedicare un gran parte del loro tempo a processi e ad altre incombenze "in un contesto ormai risalente e permanente di eccezionale difficoltà".
Come di "eccezionale complessità" è stato il quadro del maxi processo Fenice-Carmiunius, che ha visto sfilare 250 testimoni per ben 92 udienze, esaminando circa cinquemila conversazioni telefoniche e ambientali.
29 gli imputati e oltre 80mila le pagine prodotte e depositate dalle parti in causa durante le varie udienze.
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