"Dal primo giorno che sono diventato di nuovo sindaco della città ossia 4 anni e mezzo fa ho detto che la gestione di quel depuratore era gravemente deficitaria": così al nostro giornale il sindaco di Imperia, Claudio Scajola, nel commentare la notizia relativa all'avviso di conclusioni di indagini per Valter Cammelli, ex amministratore delegato di Amat, e Valerio Chiarelli, direttore esecutivo di Rivieracqua.
I due sono indagati nell’ambito dell’inchiesta della Guardia Costiera, coordinata dalla Procura della Repubblica, per i continui sversamenti in mare del depuratore cittadino. La gestione del depuratore di Imperia è transitata da Amat a Rivieracqua per atto firmato dall'allora vicesindaco Guido Abbo nel novembre 2017.
Secondo quanto emerge Cammelli, difeso dall’avvocato Stefano Savi di Genova, è accusato dei reati di "getto pericoloso di cose" e "inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità", mentre Valerio Chiarelli, assistito dal legale Fausto Mazzitelli del foro di Savona, è indagato per "inquinamento ambientale".
"Io non commento le inchieste, ha sottolineato Scajola, sono avvisi di garanzia fatti a tutela e difesa degli indagati che quindi esprimeranno le loro valutazioni. Quello che posso dire è che la trascuratezza sul depuratore di Imperia che dura da diversi anni è stata affrontata nell’ultimo periodo con investimenti significativi per nuove attrezzature e una manutenzione che mancava da diversi anni per rimettere in funzione un depuratore che garantisse degli scarichi a mare che fossero a norma di legge".
"Ancora ultimamente con risorse del comune di Imperia dove talvolta non sarebbe stata sua competenza, ha concluso il primo cittadino, abbiamo provveduto anche nello scarico a mare a fare interventi necessari. Quindi il problema si sta risolvendo dopo tanti anni di trascuratezza, quello che è l’inchiesta giudiziaria sarà un tema che spetta ad altri valutare".
Le indagini compiute dai militari della Guardia Costiera sono stati compiuti su tre livelli dimensionali. Dal mare: per effettuare campionamenti delle acque e verificare, attraverso il personale del V Nucleo Subacqueo della Guardia Costiera di Genova, le concrete precarie condizioni strutturali delle condotte (principale e di emergenza) del depuratore di Imperia. Dall’aria: per rilevare, attraverso l’impiego di elicotteri della Sezione Elicotteri della Guardia Costiera di Sarzana, equipaggiati di sofisticati sistemi di telerilevamento, la presenza di sostanze estranee all’ambiente marino misurando la differenza termica derivante dall’immissione delle sostanze inquinanti. Infatti, l’impiego del mezzo aereo ha permesso di verificare in tempo reale, la presenza di anomalie ambientali a mare ed in prossimità della costa, immediatamente investigate dal personale militare. E da terra: sia per effettuare le necessarie operazioni di campionamento in diversi punti sensibili tramite non solo il personale militare qualificato, ma anche con il supporto del personale specializzato del C.N.R., individuando, in acqua, la presenza di inquinamenti provenienti da sostanze chimiche, organiche e di tipo fecale ed in particolare notevoli percentuali di batterio escherichia coli; sia per svolgere unitamente al personale dell’A.R.P.A.L. Dipartimento di Imperia e del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Genova, le verifiche incrociate degli elementi investigativi raccolti nel corso delle indagini, attraverso mirate attività controlli sull’efficienza degli impianti di depurazione.
"Quanto sopra ha permesso di ricostruire dal punto di vista amministrativo, tecnico ed esecutivo - è riportato nella nota ufficiale degli investigatori, la natura illecita della gestione delle lavorazioni di riparazione del rilancio in mare del depuratore e cristallizzare lo sversamento prolungato dei reflui non depurati direttamente in mare, causando una significativa compromissione dell’importante matrice ambientale delle coste imperiesi, tra l’altro a ridosso di un periodo dell’anno caratterizzato da alta densità turistica".
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