Il Nazionale

Cronaca | 26 agosto 2022, 11:11

Omicidio Scagni, l'ultima telefonata di Alberto al padre: "Se tra cinque minuti non ho i soldi sul conto, lo sai stasera dove sono Gianluca e tua figlia?"

Un audio che registra la conversazione tra il killer di Alice Scagni e il padre poco prima dei tragici avvenimenti dello scorso 1° maggio

Omicidio Scagni, l'ultima telefonata di Alberto al padre: "Se tra cinque minuti non ho i soldi sul conto, lo sai stasera dove sono Gianluca e tua figlia?"

"Se tra cinque minuti non ho i soldi sul conto, lo sai stasera dove sono Gianluca e tua figlia? Sai dove cazzo sono?

La registrazione della telefonata che Alberto Scagni, in carcere per l’omicidio della sorella Alice, ha fatto al padre poco prima dei tragici avvenimenti dello scorso 1° maggio, è stata pubblicata dalla pagina Facebook “Giustizia per due figli rubati”.

Poco dopo, Alberto si è presentato sotto casa della sorella, dove viveva con il marito e il figlio, armato di coltello.

La voce che si sente nella registrazione è alterata, arrabbiata, minacciosa. La reazione del padre, disperata ed esasperata, è quella di un uomo che, dall’altra parte del filo, non sa come gestire un figlio fuori controllo se non chiedendo l’intervento del 112. 

Un appello rimasto inascoltato: Antonella Zarri, la madre di Alberto e Alice, accusa in un post su Facebook che la centrale operativa, di fronte alla richiesta di aiuto ha ricevuto in risposta “da un Agente della Polizia di Stato: Signò, non facciamola tragica”.

Ieri, 25 agosto, Alberto Scagni ha compiuto 42 anni. Sempre la madre, in un altro post, continua a esprimere il dolore e la sensazione di abbandono che da quasi quattro mesi non riesce a placare: “42 anni fa, giusto a quest'ora, ero mamma entusiasta e orgogliosa di Alberto. Poi non ci è toccata in sorte la vita facile e felice a cui ho fantasticato tutta notte il 25 agosto 1980. Ma non meritavamo di essere abbandonati a un destino distruttivo, non meritavamo che nessuno volesse ascoltare E DARE AIUTO al grido di rabbiosa disperazione di questa telefonata che nessuno si è fatto carico di ascoltare il Primo Maggio. Eppure l'abbiamo implorato al 112. Fate ascoltare il nostro grido, o vi vergognate?".

Redazione

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