"Siamo scesi tutti insieme per le strade della città per mettere in pratica le nostre parole contro il sistema responsabile della crisi climatica e sociale": con questo messaggio, gli attivisti del Climate Social Camp hanno rivendicato le azioni di ieri in diversi punti di Torino.
Oltre al blocco della rotonda all'ingresso della Torino-Milano, infatti, i manifestanti hanno colpito alcune aziende ritenute coinvolte nei cambiamenti climatici: si tratta di Snam, sulla cui sede è stato esposto lo striscione "Gas? Not our eco-transition", Intesa Sanpaolo, con lo striscione "Stop fossil fuels" appeso sulla torre sponsorizzata dalla banca all'ingresso nord della città, e Microtecnica-Collins Aerospace, con fumogeni accesi sotto la sede di piazza Graf accompagnati dallo striscione "System change": "A Torino - hanno fatto sapere gli attivisti - sono presenti alcuni dei maggiori responsabili delle devastazioni ambientali e sociali che si ripercuotono e si manifestano sia sui nostri territori che su scala globale. Agire sui territori per noi vuol dire andare a colpire e smascherare quei responsabili che indisturbati continuano a trarre profitti da investimenti legati a progetti d’estrattivismo e più o meno indirettamente a molti conflitti armati".
Tra le accuse c'è anche quella di green washing: "Vogliamo opporci - hanno aggiunto - a quelle realtà che si sono arricchite negli ultimi anni grazie ad eventi storici e politici come la guerra in Ucraina e l’accaparramento di fondi pubblici per progetti pitturati di verde. Anche se il costo dell’energia continua a salire, le risorse idriche scarseggiano, si moltiplicano le ondate di calore che mietono migliaia di vittime mentre nel cosiddetto sud del mondo il furto di terre e di risorse cresce inarrestabilmente per sostenere il modello di sviluppo occidentale. Rimane chiaro che questa crisi non la stiano subendo tutti in maniera uguale, anzi, sono proprio i settori prima citati che continuano ad avvantaggiarsene e a trarre profitti".
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