Una lite furibonda, scatenata all'alba di lunedì dalla gelosia di Marco Campanaro che con dodici coltellate inferte con un coltello da cucina ha ucciso senza pietà la fidanzata, la varesina Valentina Di Mauro, con la quale conviveva da un paio di anni nella casa di lui a Cadorago nel Comasco e che a Varese lavorava come colf, badante e baby sitter.
Secondo la ricostruzione del giornale La Provincia di Como, Valentina, 33 anni, prima di venire accoltellata avrebbe gridato al fidanzato 37enne di lasciarla stare, di non farle del male.
Un grido disperato che purtroppo non è servito a placare la furia del fidanzato accecato dalla gelosia. La sera prima i due erano usciti a cena insieme.
Attorno alle 4.30, secondo quanto raccontato dallo stesso Campanaro agli inquirenti, lui si sarebbe improvvisamente svegliato a causa di un improvviso attacco di gelosia, convinto che la sua fidanzata lo tradisse.
Allora si sarebbe alzato dal letto e raggiunta la cucina avrebbe afferrato un coltello svegliando poi Valentina, accusandola esplicitamente. La ragazza ha provato a spiegarsi, ma il fidanzato ha iniziato a colpirla senza pietà. Valentina ha provato disperatamente a difendersi e a scappare in bagno, dove l'uomo però l'ha raggiunta e accoltellata con vari fendenti, soprattutto alla schiena.
Dopo aver commesso l'omicidio, l'assassino sarebbe tornato a letto, fino a quando sono arrivati sul posto i soccorsi allertati dai vicini di casa che avevano sentito le urla della ragazza che chiedeva al fidanzato di non farle del male.
Quando sono arrivati i soccorritori per la ragazza purtroppo non c'era più nulla da fare. Valentina aveva aiutato il fidanzato a uscire da un periodo molto difficile quando aveva perso la mamma e più recentemente il padre, ma la furia omicida dell'uomo è passata sopra ogni cosa.
Campanaro che lavora come operaio in Svizzera, ha ammesso le sue responsabilità e oltre all'omicidio volontario potrebbe essergli contestata anche l'aggravante della crudeltà.
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