Il Nazionale

Cronaca | 06 luglio 2022, 18:10

Denigrava e perseguitava la ex a cui era morta la figlia: astigiano condannato a 6 mesi, con pena sospesa

Processo in tribunale ad Asti a carico di un 54enne, accusato di stalking, vilipendio e diffamazione aggravata. Sulla tomba della figlia della ex aveva portato una foto in cui insultava la donna

Denigrava e perseguitava la ex a cui era morta la figlia: astigiano condannato a 6 mesi, con pena sospesa

E' stato condannato a 6 mesi con sospensione di pena in primo grado ad Asti un 54enne di Villanova d'Asti, accusato di stalking, vilipendio e diffamazione aggravata.

L'uomo, difeso dall'avvocato Renata Broda, anni fa, secondo quanto ricostruito in aula nel corso delle udienze, aveva iniziato a cercare ossessivamente la ex fidanzata, non accettando la fine della loro relazione.

"Mi fai ribrezzo, s*****a"

Telefonate, messaggi in cui la insultava, anche pubblicamente tramite post su Facebook sotto profili falsi. “Mentecatta, hai problemi mentali, dobbiamo vederci, non rompere i coglioni, mi fai ribrezzo, s*****a”, si legge negli atti processuali.

Inoltre, si presentava senza alcun preavviso davanti a casa della donna e sul posto di lavoro, seguendola. Fino ad arrivare al 13 settembre 2020, quando l'uomo lascia sulla tomba della figlia della donna una foto della stessa donna, con dietro scritto “Tua madre è una t****a. E non starci male” e ridicolizzando il dolore della ex per la perdita della figlia.

L'uomo nel corso delle udienze preliminari aveva confessato i fatti a lui contestati. Date la confessione e le scuse da parte dell'imputato, il pm aveva chiesto una condanna a 8 mesi con sospensione della pena.

Il giudice Federico Belli lo ha condannato a 6 mesi, con sospensione della pena. Con la sentenza di primo grado è caduta anche l'efficacia della misura cautelare a cui l'imputato era sottoposto, ovvero il divieto di avvicinamento. Infine, il giudice ha ritenuto congruo un risarcimento alla donna di 5mila euro, in un primo momento accettati dalla difesa a titolo di acconto.

La difesa valuta l'impugnazione

Riteniamo il risarcimento non congruo ai danni subiti – puntualizza l'avvocato Caterina Biafora di Torino, che assiste la donna – e la condanna troppo mite. La mia assistita ora teme per la sua incolumità, dato il fatto che è anche decaduta la misura cautelare del divieto di avvicinamento”.

Le motivazioni della sentenza sono attese tra 30 giorni. La difesa valuterà l'impugnazione.

Elisabetta Testa

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