Il Comune di Imperia, nell’udienza che si è tenuta nella tarda mattinata di oggi in Tribunale, non ha accettato la transazione proposta dal giudice Francesca Siccardi nel contenzioso tra Palazzo civico e il suo capo dipartimento del settore Urbanistica e sindaco di Pontedassio Ilvo Calzia.
Tramonta, quindi, la possibilità di un accordo extragiudiziale (su una base di 200mila euro) del contenzioso tra il dirigente e il Comune.
Spiega il legale di Calzia, Roberto Trevia: “Abbiamo, quindi, chiesto al giudice la nomina di due consulenti per determinare l’ammontare esatto degli stipendi non corrisposti e il danno biologico subito dal mio cliente”.
Calzia coinvolto nell’inchiesta del Porto turistico del capoluogo, dalla quale è uscito totalmente assolto nel processo di Torino, aveva presentato causa contro il Comune per i provvedimenti di sospensione assunti dalle amministrazioni Strescino e Capacci nei suoi confronti. La richiesta risarcitoria era, appunto, di 249mila euro, oltre alle somme dovute per i danni morali, e per le gravi patologie alle quali era andato incontro in seguito alla sospensione.
Da ricordare che Calzia fu sospeso, nonostante la decisione del giudice che ne disponeva il pieno rentegro al lavoro col parere favorevole della pm Maria Antonia Di Lazzaro.
Anche dopo la sentenza di assoluzione in primo grado, l’amministrazione Capacci aveva mantenuto la sospensione per diversi mesi, per poi reintegrarlo nel nuovo settore Patrimonio, Pianificazione e Tpl, un provvedimento che Calzia ha subito come ”un evidente demansionamento”. Successivamente gli fu affidato anche il settore Ambiente, in concomitanza con le indagini sul depuratore cittadino. Solo nel 2018, una volta eletto sindaco Claudio Scajola, il Comune aveva deciso di reintegrarlo alle sue mansioni originarie di dirigente del settore Urbanistica.
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