Resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Con questa accusa sono stati colpiti da misure cautelari da parte della Polizia questa mattina undici militanti di Askatasuna appartenenti a collettivi studenteschi.
I fatti risalgono alla manifestazione che si è svolta lo scorso 18 febbraio (qui il nostro racconto di quelle ore così concitate), nell’ambito della mobilitazione nazionale contro l’alternanza scuola-lavoro, quando una ventina di manifestanti violenti ha aggredito - anche usando dei bastoni - alcuni uomini delle forze dell’ordine che si trovavano a protezione dell'ingresso dell’Unione Industriale.
Tutte le persone coinvolte sono da considerarsi non colpevoli fino a sentenza di condanna divenuta irrevocabile. Tra gli antagonisti arrestati, c'è anche un militante che con un bastone ferì in occasione degli scontri un funzionario del Commissariato Centro, che fu portato all'ospedale.
"Si è trattato di violenza gratuita, un esercizio fine a se stesso", spiega il giudice che ha firmato i provvedimenti. Dunque non solo l'esercizio del diritto di manifestare il proprio pensiero. Sono attribuite poi a un'altra attivista del centro sociale parole di istigazione verso gli altri manifestanti: si tratta della persona che, parlando al megafono, incitava a entrare dentro la sede dell'Unione Industriali di Torino di via Fanti: "Dovranno pagare e gliela stiamo facendo pagare", alcune delle sue parole.
Otto degli undici indagati avevano precedenti di polizia ed erano già stati colpiti in passato da misure cautelari. Nei confronti di quattro, in particolare, erano stati emessi fogli di via dai comuni di Chiomonte e Giaglione per azioni violente avvenute in Val di Susa durante le proteste No Tav.
Il Siap: "Siamo soddisfatti"
“Siamo davvero soddisfatti, i numerosi provvedimenti a carico di appartenenti al circuito antagonista confermano, senza ombra di dubbio, la professionalità e capacità investigativa della Polizia Scientifica e Digos Torinese capaci di individuare responsabilità precise nelle violenze contro le forze di Polizia nell’assalto alla sede di Confindustria", commenta il segretario generale provinciale del Siap, Pietro Di Lorenzo.
"E' un segnale importante che vengano individuati e perseguiti i violenti esponenti dei centri sociali che, oltre ad attentare direttamente alla vita delle donne e uomini in divisa – tra i molti colpiti in quell’occasione un funzionario di polizia fu ferito gravemente alla testa - mettono a ferro e fuoco la nostra città ed è l’ennesima dimostrazione di quanto sia urgente procedere senza se e senza ma a chiudere covi come quello di Askatasuna".
Il Siulp: "Chiudere i centri sociali"
"Non siamo convinti che tutto questo grande lavoro sarà sufficiente per dissuadere questi antagonisti dal desistere nel perpetrare queste azioni violente", dichiara invece il segretario provinciale del Siulp, Eugenio Bravo. "Fin quando non si adotteranno sanzioni più severe anche di carattere economico e di una certa rilevanza nei confronti di questi soggetti, e fin quando non si procederà alla chiusura di tutti quei Centri sociali che ordiscono trame contro le forze dell’ordine per destabilizzare l’ordine costituito, la situazione si ripeterà inesorabilmente".
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