Si è chiuso davanti al tribunale di Cuneo il procedimento a carico di un uomo, L.N., sotto accusa per minacce e porto d’oggetti atti ad offendere. La sera dell’11 giugno 2020, intorno alle 21.30 in piazza del Popolo a Manta, L.N. aveva minacciato con una pistola, che poi si rivelò essere un accendino, una comitiva di minori.
"Quella sera ero in compagnia di alcuni amici - aveva raccontato un 17enne (parte offesa ndr). Stavamo trascorrendo la serata in piazza e ad un certo punto ho notato L.N. che stava discutendo animatamente con altre due persone. Mi sono avvicinato a dire loro di non fare confusione e si sono allontanati. La questione sembrava chiusa. Dopo un po’ di tempo è tornato e puntandoci un’arma addosso ci ha detto: la pistola è carica. Se vi intromettete ancora vi sparo”.
In aula era stata ascoltata la testimonianza di un altro giovane: “Quando L.N. è tornato in piazza mi ha chiamato e mi ha puntato la pistola addosso. L’ha tirata fuori da dietro la schiena. Io in quel momento ero da solo. Gli altri erano distanti. Poi si è avvicinato al nostro gruppo e ci ha minacciati. Quando è andato via, un nostro amico ha chiamato i Carabinieri”.
Allertate le forze dell’ordine, è stata effettuata la perquisizione domiciliare. Un militare: “Siamo andati a casa di L.N. e abbiamo rinvenuto nel cassetto della cucina una pistola accendino. Sembrava vera. Era di colore bronzo scuro e priva del tappo rosso”.
Il giudice ha assolto l'imputato dall’accusa di porto d’oggetti atti ad offendere perché il fatto non sussiste e lo ha condannato ad una pena di tre mesi di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale, per le minacce, ordinando altresì la distruzione e la confisca dell’accendino.
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