Il Nazionale

Cronaca | 20 aprile 2022, 12:44

Pestato a sangue, morì dopo quattro anni di coma: 22 anni di carcere per i due fratelli che lo aggredirono a Castiglione Tinella

Chiuso il nuovo processo per omicidio volontario seguito alla morte del bracciante macedone Georgiev Gorancho, vittima della brutale aggressione andata in scena nel giorno di Pasquetta del 2016

Pestato a sangue, morì dopo quattro anni di coma: 22 anni di carcere per i due fratelli che lo aggredirono a Castiglione Tinella

Non più gli 8 anni della prima condanna, arrivata nel febbraio 2019 al termine di un processo allora istruito dal Tribunale di Asti per tentato omicidio, ma 22 anni di carcere (l’accusa ne aveva chiesti 17) come pena inflitta per avere volontariamente cagionato la morte del loro vicino di casa, il bracciante agricolo di origine macedone Georgiev Gorancho, all’epoca dei fatti 39enne, da loro brutalmente pestato la sera del 28 marzo 2016, giorno di Pasquetta, nel cortile comune dell’abitazione che le rispettive famiglie condividevano nelle campagne di Castiglione Tinella, e morto nel gennaio 2020, dopo quattro anni di un coma dal quale non si è più ripreso.

A quasi sei anni da quel tragico fatto di sangue la Corte d'Assise presso il Tribunale di Asti ha chiuso il nuovo processo aperto nei confronti di Adrian Ioan e Valentin Betea, fratelli di nazionalità romena, tornati a giudizio dopo che la sopraggiunta morte dell’uomo che fece le spese della loro brutale violenza aveva indotto il tribunale a disporre l’annullamento di quel primo procedimento.

A richiederne la revisione, nel giugno 2020, era stata la stessa Procura, basandosi sull’esito di una perizia affidata al medico legale albese Francesco Romanazzi, che aveva confermato il nesso causale tra la morte della vittima e il pestaggio dell’uomo, che i colpi subiti avevano ridotto in uno stato di coma vegetativo irreversibile, tale da richiederne il ricovero presso una struttura specializzata di Marene.

Contestualmente, nei confronti dei due aggressori era stata richiesta la custodia cautelare in carcere, scontata per un periodo di sette mesi, alla quale seguì un più breve periodo di arresti domiciliari, mentre attualmente i due sarebbero a piede libero.Ora la nuova, pesante condanna, rispetto alla quale i difensori dei due fratelli (si tratta degli avvocati Roberto Saraniti e Deborah Abate Zaro) hanno già annunciato ricorso in appello, accompagnata da una provvisionale a favore della moglie e dei quattro figli della vittima di 240mila euro, inferiore a quella disposta col processo revocato.

Altri due soggetti che presero parte all’aggressione sono stati intanto condannati a sei mesi per rissa, mentre un quinto imputato, Daniel Leu, è stata assolto.

Nel commentare il verdetto l’avvocato astigiano Gianluca Bona, che nel processo ha rappresentato la famiglia della vittima insieme ai colleghi Mattia Alfano del foro di Firenze e Raffaele Pellegrino del foro di Napoli, si limita a esprimere la soddisfazione per come "finalmente si è ricostruita una condanna adeguata al fatto commesso dai due fratelli".

L’AGGRESSIONE

Gorancho Georgiev venne aggredito a colpi di mazze e bastoni insieme all’amico Tony Fidancho, di fronte a tre dei suoi quattro figlioletti – il secondogenito 11enne e due gemelline di 7 anni –, che dal balcone di casa assistettero impotenti a quanto il padre stava subendo
A causa dei colpi subiti l’uomo precipitò in un coma dal quale non si riprese più, mentre anche l’amico riportò ferite gravissime: trauma cranico, fratture pluriframmentarie del femore.
Il tutto – accerterà poi il processo con rito abbreviato celebrato ad Asti – per futili motivi "condominiali" riguardo uno spazio condiviso. Furono i tre aggressori, tra l'altro, a contattare i Carabinieri per uno spazio, a loro dire, impropriamente utilizzato dai macedoni, mentre la rissa scoppiò una volta che gli uomini dell’Arma si erano allontanati dal luogo del diverbio.

La sentenza di primo grado pronunciata il 14 febbraio 2019 dal giudice Federico Belli dispose la condanna a 8 anni di reclusione per tentato omicidio e rissa – a fronte di una richiesta di 10 anni avanzata dal pubblico ministero Luciano Tarditi – a carico di Adrian e Valentin Betea, mentre il terzo fratello, Alin Florin, venne condannato a un anno per rissa, con la sospensione della pena. Il giudice dispose a carico dei tre condannati anche il pagamento di una provvisionale a titolo di risarcimento immediatamente esecutiva di 100.000 euro per la vittima, 100.000 euro a favore della moglie, 30.000 per Fidanko, 50.000 per ognuno dei quattro figli dell’uomo.

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