«Hai reso orfano un bambino, come hai potuto? Sei un mostro. Quando uscirai dal carcere mi troverai ad aspettarti». Sono le parole di un padre annientato dal dolore e dalla rabbia quelle che Fabio Maltesi ha pronunciato nelle ultime ore, rivolgendosi a Davide Fontana, l'assassino della figlia Carol, la ventiseienne originaria di Sesto Calende fatta a pezzi nella sua casa di Rescaldina, tenuta due mesi in un congelatore e abbandonata in alcuni sassi nei boschi della Valcamonica.
Un messaggio che non lascia spazio al perdono: troppo grande il dolore per un delitto agghiacciante. Il padre della giovane lo ha affidato a Facebook, dove da giorni posta ricordi e messaggi per la sua Carol: «Diavolo, diavolo maledetto, assassino psicopatico, macellaio schifoso, come ti sei permesso di togliere la vita e torturare il bel viso e il corpo della mia bimba, anche dopo la sua morte? - le parole dell'uomo, che vive in Olanda - Hai distrutto la vita del mio angelo». «Non credo al pentimento e non perdono. Ti aspetto quando esci dal carcere, anche dopo 30 anni. Perché non ci hai provato con me?» continua tra le altre cose Maltesi.
Il 43enne Davide Fontana, che ha confessato il delitto poco dopo il ritrovamento dei resti e che attualmente si trova in carcere, nei giorni scorsi davanti ai magistrati aveva detto di sentirsi «un vigliacco, mi vergogno per ciò che ho fatto e per non avervi chiamato subito», dichiarando di essere pentito. Parole che però non sono sufficienti a placare la rabbia e il dolore dei familiari dalla vittima.
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