Si sono svolti stamani, dinanzi al gip di Imperia Paolo Luppi, gli interrogatori di garanzia dei quattro giovani accusati del raid vandalico avvenuto la notte del 20 marzo scorso in piazzale Cristino, nel cuore di Oneglia.
I quattro ragazzi sono accusati a vario titolo del danneggiamento di 15 auto e de furto di beni e denaro contante da altri 13 veicoli nonchè di aver tentato di rubare su altre sei auto che ignari cittadini avevano lasciato in sosta.
L'unico ad aver risposto alle domande del gip è stato Jacopo Esposito, 19 anni, difeso dall'avvocato Tito Schivo, il quale ha fornito la propria versione dei fatti. Gli altri tre indagati Angelo Ameglio, (19 anni), assistito dall’avvocato Maria Grazia Pulina, Davide Arapaj, assistito dal legale Ramadan Tahiri e il 18enne Davide Veglia, difeso dall'avvocato Nicola Ditta, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
L'indagine dei carabinieri, partita la stessa notte, ha individuato i presunti responsabili attraverso le testimonianze di alcuni passanti e l'analisi approfondita delle telecamere della videosorveglianza cittadina. Le perquisizioni domiciliari che i Carabinieri della Compagnia di Imperia hanno svolto nelle abitazioni degli indagati avrebbero ulteriormente confermato la dinamica dei fatti e le loro responsabilità.
Secondo l'impostazione accusatoria gli indagati avrebbero agito "per futili motivi" e il gip, nell'emettere l'ordinanza di custodia agli arresti domiciliari, ha sottolineato come a loro carico ci siano "gravissimi indizi di colpevolezza".
Stando alla ricostruzione dei militari dell'Arma, su coordinamento del pm Veronica Meglio, le auto parcheggiate sarebbero state prima colpite con alcuni bidoni della spazzatura e poi anche attraverso alcuni oggetti asportate dai veicoli. Una vera e propria notte di follia che ha registrato danni ingenti per gli automobilisti che avevano parcheggiato alla spianata Borgo Peri.
Per gli inquirenti l’atteggiamento degli indagati è connotato da “impalpabilità dei loro sistemi valoriali” a scimmiottamento di “quel mondo della malavita, percepito come modello di riferimento”. Il gip che ha firmato l'ordinanza cautelare sul comportamento da tenere a seguito del provvedimento è stato netto: “qualunque violazione della misura ne giustificherà la sostituzione con la custodia in carcere”.
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