Il Nazionale

Cronaca | 01 aprile 2022, 12:11

In viaggio dal confine con l'Ucraina con la CVI: parlano i rifugiati in fuga "Abbiamo visto cose orribili" (foto)

Dopo qualche centinaio di chilometri insieme le donne che stiamo portando in Italia ci hanno raccontato il dramma della guerra

In viaggio dal confine con l'Ucraina con la CVI: parlano i rifugiati in fuga "Abbiamo visto cose orribili" (foto)

In viaggio dal confine tra Polonia e Ucraina con i 10 rifugiati che la Croce Verde Intemelia sta portando in Italia, li ha sciolti cammin facendo e, dopo qualche ora di silenzio, c’è anche chi si è ‘aperto’, parlando della propria storia. Una delle tante che sono state raccontate in questo mese di guerra.

Con noi stanno viaggiando donne e ragazzi tra i 12 e i 14 anni che sono arrivati da Kiev e da Mariupol. Hanno visto la morte in faccia e hanno deciso di fuggire. C’è chi è scappato due settimane fa e chi invece ha fatto questa scelta solo negli ultimi giorni. Useremo dei nomi di fantasia, sia perché chi ha parlato con noi è una delle centinaia di persone che sono fuggite e perché preferisce non rivelarlo.

Olena è partita due settimane fa da Kiev: “I bombardamenti sono iniziati subito e io, dalla notte del 24 febbraio non ho più dormito nel mio letto. Sono sempre dovuta scappare nei bunker per potermi riparare dalle bombe. Le case attorno alla mia sono state distrutte e, alla fine ho deciso di scappare. Sono stata due settimane a Lublino, sperando di poter rientrare ma la situazione non è cambiata e ora ho deciso di andare a Verona”. Speri di rientrare a casa in un futuro? Alla domanda scende una lacrima: “Si, lo spero con tutto il cuore ma non sarà facile. La situazione nel mio paese è davvero drammatica”.

Yana viaggia con i tre figli della sorella che è rimasta a casa. Viene da Lutsk, vicino a Leopolo. Non parla inglese e l’unico modo per comunicare è il traduttore di Google. Ha passato quasi tutta la notte chattando con la sorella su WhatsApp. Alle 9 le squilla il telefono e spiega a chi è rimasto a casa come sta andando. Arriverà nelle prossime ore a Imperia e ci sarà chi si occuperà di lei per aiutarla. Poche le parole che mi scrive per raccontarmi la sua storia: “Siamo stati costretti a fuggire via. Abbiamo deciso con mio marito di prendere i tre figli e oltrepassare i confine. Speriamo solo che si tratti di un periodo breve ma la situazione nella nostra città è orribile”.

Le donne che la Croce Verde sta riportando in Italia sono impaurite e ovviamente spaesate. I ragazzi, anche per l’incoscienza dettata dall’età, riescono a scherzare tra loro anche se hanno visto da vicino l’orrore della guerra. Nadiya è giovane e andrà a Torino da alcuni amici: “Siamo grati alla comunità internazionale per l’aiuto che ci da ma penso che debba prendere maggiore posizione sul piano politico. Servirebbe la ‘no fly zone’ per evitare i continui bombardamenti sulle nostre città”.

Il viaggio della Croce Verde è quasi alla fine. Da poco sono scesi a Verona tre donne e due ragazzi che saranno ospitati sul Garda da una associazione parrocchiale mentre un’altra salirà sul treno per Torino. Noi stiamo proseguendo verso Imperia, dove accompagneremo Yana e i suoi tre figli. Proveranno a dimenticare la guerra, ma rimarranno sempre in contatto con i parenti. Al termine di una nuova lunga notte di viaggio, questa volta condita sul percorso da pioggia e neve, la missione sta per terminare.

Quella della Croce Verde Intemelia è sicuramente una delle tante ma è importante come tutte. Fondamentale insieme al lavoro delle associazioni per aiutare chi sta scappando dalla guerra.  

Carlo Alessi

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