Il Nazionale

Cronaca | 25 marzo 2022, 07:11

Covid in provincia: il Primario Cenderello "In ospedale la situazione è buona, dobbiamo abituarci a questa normalità"

Il medico che da due anni lotta con il virus non ha dubbi sulla piccola recrudescenza registrata nelle ultime settimane: “E’ sicuramente il quasi ‘liberi tutti’ che è stato dato con la rimozione delle mascherine all’esterno e la ripresa delle attività”.

Covid in provincia: il Primario Cenderello "In ospedale la situazione è buona, dobbiamo abituarci a questa normalità"

“Sul piano ospedaliero la situazione è buona, nonostante qualche focolaio interno, come quello accaduto da poco in Medicina. Stiamo trasferendo un po’ di malati, ma fa parte della normalità alla quale ci dobbiamo abituare nei prossimi anni, visto che il virus continuerà”.

E’ questo il commento del Primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Sanremo, Giovanni Cenderello, alla situazione Covid nella nostra provincia. Il medico che da due anni lotta con il virus non ha dubbi sulla piccola recrudescenza registrata nelle ultime settimane: “E’ sicuramente il quasi ‘liberi tutti’ che è stato dato con la rimozione delle mascherine all’esterno e la ripresa delle attività”. Nelle prossime, con l’arrivo delle temperature più elevate cosa ci dobbiamo aspettare? “La tendenza è sicuramente verso il netto calo, come tutti i virus che si trasmette per vie aeree, non tanto per il caldo quanto perché si vive maggiormente all’aperto è più distanziati. Questo nonostante Omicron 2 è altamente trasmissione anche se, fortunatamente, più blando delle altre varianti”.

Come si vive la situazione in ospedale e, soprattutto, i reparti ‘normali’ stanno ospitando pazienti Covid? “Al momento i pazienti colpiti dal virus e ricoverati sono praticamente tutti al ‘Giannoni’ mentre un altro reparto più piccolo è anche nel padiglione sottostante ma non so quanto andrà avanti. Penso che l’area dedicata ai contagiati, a breve, sarà solo nel reparto di malattie infettive e questo potrà garantire un miglior lavoro per tutta la struttura ospedaliera”.

Forse anche il bollettino quotidiano che tutti i media pubblicano sarebbe da abbandonare? “Forse si potrebbe passare da quello giornaliero a uno settimanale. Il virus c’è e circola e dobbiamo farcene una ragione. C’è di buono che possiamo curarlo e non dimentichiamo che circolano tantissime persone positive e che però sono asintomatiche. Non possiamo però continuare a vivere assediati dai tamponi. Quindi dobbiamo imparare a convivere con la situazione, trovando delle nuove regole per proteggere le persone fragili”.

Si continuano comunque a registrare decessi per Covid: “Sono solitamente situazioni limite e, per lo più, sono pazienti con altri problemi di salute e, se giovani, hanno altri gravi problemi”.

Ultimamente la guerra ha distratto un po’ l’attenzione sul Covid: “Forse si per quanto riguarda la gente comune, ma noi stiamo sempre sul pezzo per evitare guai peggiori”. E in relazione ai profughi, visto che in Ucraina il numero dei vaccinati era inferiore, può comportare qualche problematica? “In teoria ogni nuovo innesto di popolazione ‘suscettibile’, aumenta la possibilità che il virus circoli di più ma, al momento sul nostro territorio non ci sono abbastanza arrivi per giustificarlo”.  

Si sta parlando molto di quarta dose, in particolare per gli ultra 70enni. E’ possibile che se ne parli per altri? “E’ possibile ma non ancora certo. Ci sono dati nord europei che non vede tutti concordi su questo. Alcuni, ad esempio sostengono che, se la quarta dose non si fa con un antigene aggiornato, possa anche non servire. C’è anche chi va verso una direzione diversa”.

Carlo Alessi

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