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Sport | 20 marzo 2022, 19:44

Una vittoria di Banchi e soldati, più che una sconfitta di Varese. Ma Keene è mancato tanto

IL COMMENTO DI FABIO GANDINI - Il forcing del terzo quarto, quello finale: Pesaro non si è mai scomposta e ha usato le armi dei padroni di casa rivoltandogliele contro. Roijakkers coerente, ma stavolta non gli è andata bene: senza l'americano è svanita anche l'ansia nelle difese avversarie

Una vittoria di Banchi e soldati, più che una sconfitta di Varese. Ma Keene è mancato tanto

E’ stata una vittoria di Pesaro, molto più che una sconfitta di Varese. E' questa la sensazione, almeno quella del quarantesimo.

A dimostrarlo il terzo quarto, soprattutto: 10 minuti nei quali alla fine tutto sommato si è vista – in una partita sempre vissuta con il fiato pesante, in un andamento asincrono e le stelle non allineate – la Openjobmetis di Roijakkers. Velocità, canestri trovati in serie e con tanti protagonisti diversi, aggressione mentale e ritmica del match. Il problema? Pesaro, invece che sfaldarsi come accaduto ad altri avversari, ha risposto pan per focaccia, sia sul piano “filosofico”, sia su quello pratico. Ha pareggiato l'intensità, anzi: l’ha usata come arma per allargare il gap.

In maniera meno evidente, ma la stessa cosa è avvenuta nel quarto quarto, a buoi peraltro già quasi scappati: 3 minuti di “gegenpressing” at its best, 3 palle recuperate quasi in fila, 8-2 di parziale. La Vuelle? Non si è scomposta di un millimetro. 68% da 2, 45,5% da 3: la classe, attesa, di Lamb, l’implacabilità, molto meno attesa (solo 11 volte in doppia cifra finora su 22 gare…), di Sandford, vero killer biancorosso. Ma poi anche Jones, solido, e Delfino, con la zampata definitiva.

Perfetti i giocatori, perfetto Banchi: il giro palla marchigiano stavolta ha fatto correre a vuoto i varesini. E quella superiorità fisica sulla carta, la stessa che però avrebbero dovuto avere praticamente tutti coloro che finora Varese ha battutto, oggi si è vista anche sul parquet ed è stata decisiva. Questo è un po’ incredibile: avrebbe potuto accadere ogni domenica da inizio febbraio a questa parte, è accaduto solo oggi. Contro una formazione a 16 punti in classifica.

Squadra quadrata quella dell’ex condottiero di Siena, scrivevamo però alla vigilia. Si conferma. Quadrati contro tignosi: han vinto i primi.

Quid Varese? Roijakkers è stato fedele a se stesso: lui non rincorre, sfida. Oggi ci sarebbero stati allenatori che un quintetto con i tre piccoli (soprattutto se uno di essi è Librizzi) non lo avrebbero messo dentro nemmeno nel riscaldamento… Re Mida se ne è fregato. Ha perso? Onestamente manca la controprova per dire che chili e centimetri (quei pochi) sarebbero riusciti a cambiare il destino.

Destino che forse ha di più corrotto l’assenza di Keene: senza di lui non sono venuti meno solo quasi 18 punti di media, si è dematerializzata l’ansia che la sua presenza sa mettere alle difese avversarie. Ergo: gli spazi di manovra ed esecuzione si sono ridotti, evidentemente, pesantemente, per tutti i suoi soci. Da Woldetensae in giù. Le difficoltà in difesa e la limpidezza altrui hanno fatto il resto.

Questa è forse la morale: anche la Varese dei miracoli non è immune ai contrattempi.

Fabio Gandini

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