Il Nazionale

Cronaca | 15 marzo 2022, 13:59

Finale, tentativi illeciti di appropriarsi dell'Hotel del Golfo: condannato a 13 anni Alfonso Pio. Intanto il resort continua a restare chiuso

Estorsione aggravata dal metodo mafioso per prendere il controllo della struttura alberghiera l'accusa accertata in primo grado dal Tribunale di Milano. 6 anni e 8 mesi al complice Petrocca

Finale, tentativi illeciti di appropriarsi dell'Hotel del Golfo: condannato a 13 anni Alfonso Pio. Intanto il resort continua a restare chiuso

Tredici anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso per aver tentato di impossessarsi del controllo dell'Hotel del Golfo di Finale Ligure in maniera non lecita. 

E' questa la pena comminata in primo grado dal Tribunale di Milano ad Alfonso Pio per le vicende risalenti al 2018 quando il figlio del presunto boss della 'ndrina di Desio, Domenico, avrebbe costretto il socio di minoranza dell'hotel sorto nell'ex Colonia Cremasca col 7% di quote, Antonio Calabrese, a "consegnare materialmente i certificati cartacei attestanti la titolarità delle quote della società, al fine di ottenere il controllo di quest’ultima, senza dar seguito al contratto preliminare di vendita" stipulato con l'imprenditore Claudio Cogorno, già socio al 43% della della Confort Hotel & Resort, società comproprietaria dell’albergo.

L'indagine, che ha portato anche alla condanna a sei anni e otto mesi del "socio" di Pio Omar Petrocca, era proprio scaturita da una denuncia di Cogorno, considerato dai giudici un  testimone "pienamente credibile", per infiltrazione mafiosa: Pio, col complice, non avrebbe solamente tentato di prendere il pieno controllo della struttura imponendo anche che la sua compagna "soggiornasse gratuitamente in una suite riservata", vi sarebbero anche stati, secondo quanto riportato nelle testimonianze, alcuni atti di violenza nei confronti di un dipendente.

Ciò che lascia però interdetti e perplessi i finalesi e non solo, visto che l'hotel, oltre a trovarsi in una posizione paesaggisticamente invidiabile che lo renderebbe una forte attrattiva turistica per la costa finalese, rappresenta un patrimonio della comunità cremasca appartenendo alla Fondazione Opera Pia Marina Finalpia Onlus.

Dopo la travagliata gestione della precedente società, nel 2019 la fondazione cremasca aveva avviato le procedure necessarie a l’affidamento in locazione del resort da circa 12mila mq di superficie completamente a vista mare in passato addirittura con accesso diretta a una spiaggia privata la cui concessione è stata revocata nei mesi scorsi dall'Amministrazione Frascherelli.

Da qui era sorto l'accordo con la società modenese Hyma Srl con la stipula di un contratto che prevedeva tre anni di affitto a 300mila euro l'anno e poi l'acquisto di hotel e dipendenze varie alla cifra di 10 milioni. 

Nonostante ciò il liete fine nella vicenda era e rimane tutt'altro che prossimo. Tra società concessionaria, o futura acquirente che dir si voglia, e Fondazione ne era scaturito un contenzioso per "perizie tecniche che non si sono rivelate precise", ha raccontato in un'intervista ai colleghi de "La Provincia - Cremona" l'ad di Hyma Pasquale Cordaro. La situazione era finita in impasse e nel novembre dello scorso anno si era arrivati perfino alle dimissioni in blocco del Cda dell'Opera Pia Marina Finalpia, con le nuove nomine risalenti al dicembre 2021.

Secondo quanto riportato molto sembrava risolto, con l'avvio dei lavori necessari a una riapertura della struttura ricettiva previsti per Pasqua. Ma il telefono per chiunque voglia prenotare, nonostante diversi tentativi, continua a suonare a vuoto.

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