Il Nazionale

Cronaca | 10 marzo 2022, 07:27

Lavoro nero in agricoltura: arrestati due coniugi macedoni per sfruttamento

I due reclutavano manodopera straniera, soprattutto africana e balcanica, costretti a turni massacranti tra Langa e Astigiano

Lavoro nero in agricoltura: arrestati due coniugi macedoni per sfruttamento

Il caporalato in agricoltura torna pesantemente a far sentire la sua voce nell'Astigiano e in Piemonte.

Nella zona di confine tra Langa e Astigiano, i carabinieri di Alba e Canelli con i finanzieri del gruppo di Bra, in collaborazione con la procura di Asti hanno arrestato due coniugi di 42 e 37 anni di origini macedoni, titolari di una cooperativa operante nella fornitura di forza lavoro in agricoltura per conto terzi.

Le indagini sono partite da alcune denunce di lavoratori agricoli ai carabinieri di Santo Stefano Belbo e sviluppate, per gli aspetti economico-finanziari, dalla Guardia di Finanza braidese.

Pesante sfruttamento e alloggi fatiscenti

Sono emersi diversi indizi a carico degli indagati secondo cui questi reclutavano manodopera straniera, principalmente di origine africana e balcanica, al fine di occuparla nei lavori stagionali in vigna nelle zone a confine tra le Langhe e l’Astigiano, ponendola in condizioni di pesante sfruttamento, collocando i braccianti in sistemazioni alloggiative fatiscenti ai limiti dell’insalubre, non osservando le norme sulla sicurezza, costringendoli a condizioni lavorative e di vita degradanti e sfruttando economicamente il loro lavoro.

Minacce e aggressioni per chi si ribellava

È emerso inoltre che i lavoratori, ogni giorno della settimana e senza riposo, erano costretti anche a turni massacranti di oltre dieci ore di lavoro continuative, che non potevano allontanarsi autonomamente dal luogo di lavoro e che subivano aggressioni fisiche o minacce quando qualcuno di loro provava a ribellarsi a tale situazione. Per l’uomo si sono aperte quindi le porte del carcere, mentre per la moglie sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Entrambi dovranno difendersi dalle accuse di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, atti persecutori, maltrattamenti e percosse.

Le indagini sono ancora in corso.

Redazione

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