“Stop War”, è la scritta che campeggia sul retro e sul muso del vecchio furgoncino partito da Genova e arrivato a Ivano-Frankivs’k, città ucraina a occidente del Paese, in questo momento sotto i bombardamenti dei russi. Il furgone, come il rimorchio agganciato, è pieno di aiuti umanitari donati tra Genova e Savona: cibo, medicine, ma anche equipaggiamenti per il disorganizzato esercito ucraino, che nonostante tutto resiste all’avanzata russa.
Ha viaggiato insieme al Mercedes Vito di Petro, autista che avevamo incontrato nei giorni scorsi al momento della partenza verso l’Ucraina. Pochi giorni dopo ha postato i video dell’arrivo sul proprio profilo Facebook, documentando il proprio viaggio, mostrando la generosità dei liguri che hanno partecipato come hanno potuto alle raccolte organizzate dal Comune, dai vari enti, dalle associazioni, dalla parrocchia di Santo Stefano, ma anche attraverso il passaparola sui social.
Qualche giorno fa, alla partenza in piazza della Vittoria avevamo incontrato Petro e i tanti in fila per donare, chi, come Giovanni ha la moglie ucraina, che a sua volta ha il figlio, la nuora e la nipotina rimasti sotto le bombe, chi, come Francesca non ha legami con l’est Europa, se non l’aver studiato russo all’università, ma ha sentito il bisogno di portare quello che ha potuto. Le loro storie sono quelle della generosità di migliaia di genovesi che in questi giorni si stanno prodigando per la raccolta di aiuti, come dimostra il viavai di pacchi e persone davanti alla chiesa di Santo Stefano, ma anche per l’accoglienza dei profughi, accolti dalle famiglie di Genova prima ancora che gli enti mettessero a disposizione le proprie strutture.
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