Il Nazionale

Cronaca | 04 marzo 2022, 11:23

Nuova tegola per l’ex sindaco di Santo Stefano Roero: dipendente del Comune lo accusa di maltrattamenti aggravati

Offese, vessazioni e minacce reiterate nel tempo avrebbero causato alla donna una malattia professionale riconosciuta dall’Inail con un’invalidità del 12%. Il difensore: "L’ex primo cittadino dimostrerà la correttezza dei suoi comportamenti"

Nuova tegola per l’ex sindaco di Santo Stefano Roero: dipendente del Comune lo accusa di maltrattamenti aggravati

Nuova tegola giudiziaria per l’ex sindaco di Santo Stefano Roero Renato Maiolo. Rinviato a giudizio lo scorso 22 gennaio per la ben nota vicenda delle presunte malversazioni nella gestione delle amministrazioni che lo videro per lungo tempo alla guida del municipio roerino (leggi qui), l’ex primo cittadino è ora destinatario di un avviso di conclusione indagini recapitatogli dalla Procura della Repubblica di Asti (pubblico ministero la dottoressa Simona Macciò) per un presunto caso di maltrattamenti aggravati nei confronti di una dipendente comunale. Fatti che gli vengono contestati in qualità di datore di lavoro, quale sindaco pro tempore, per l’ipotesi di reato cui l’articolo 572 comma 3 del Codice Penale punisce con la reclusione da 4 a 9 anni.

La Procura ha indagato per quelli che la vittima dei presunti maltrattamenti ha descritto come comportamenti diversi e plurimi. Nella fattispecie, in un periodo compreso tra il 2012 e il 2019 il 72enne ex sindaco, che nella vita è imprenditore agricolo, avrebbe tenuto nei confronti della donna condotte denigratorie, vessatorie, offensive e svilenti della sua personalità.

Di fronte a difficoltà riguardanti la sua attività lavorativa, il sindaco avrebbe insultato l’impiegata in modo sistematico, alzando la voce, offendendola e minacciandola, apostrofandola di essere un’incapace, chiedendole come avesse fatto a laurearsi e invitandola a cercarsi un altro lavoro, non risparmiandole più gravi offese, anche di fronte a terzi, e arrivando persino a strattonarla.

Una serie di condotte che avrebbero indotto la denunciante in un profondo stato di prostrazione psicologica, tale da cagionarle un disturbo dell’adattamento con ansia e umore depresso: malattia professionale – da qui l’aggravante prevista quando al fatto si accompagna una lesione personale grave – che l’Inail avrebbe riconosciuto con un proprio verbale del 24 gennaio scorso, riconoscendo alla donna un’invalidità lavorativa del 12%.

Ora l’ex sindaco avrà venti giorni di tempo per presentare memorie ed eventualmente chiedere di essere interrogato. A difenderlo, come nel primo procedimento, l’avvocato albese Roberto Ponzio: "Il mio assistito respinge ogni accusa e si propone di dimostrare la correttezza dei propri comportamenti. Contesta fermamente che la malattia accertata dall’Inps possa avere un nesso di causalità con l’attività lavorativa svolta sotto la sua direzione".

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