Il Nazionale

Cronaca | 02 marzo 2022, 14:22

A Taggia i privati raccolgono beni per l'Ucraina: "Servono mezzi e spazi, mancano le istituzioni" (foto e video)

Vi portiamo nel centro di raccolta aiuti per l'Ucraina allestito in un appartamento ad uso turistico da Fabio Tirotta e da sua moglie Yulia Astapenko.

A Taggia i privati raccolgono beni per l'Ucraina: "Servono mezzi e spazi, mancano le istituzioni" (foto e video)

"Servono furgoni, camion, autisti e spazi" è questo l'appello che arriva da Taggia, da uno dei centri di raccolta per l'Ucraina, attivati in provincia di Imperia. 

Su Taggia, l'invito a fare qualcosa è arrivato da Nelya Korzh e subito Fabio Tirotta e sua moglie Yulia Astapenko non si sono tirati indietro e hanno 'convertito' il loro appartamento turistico, in un magazzino dove raccogliere vestiti, pannolini, coperte e viveri. Qui viene portato tutto quello che può servire a persone e famiglie che sono rimaste senza una casa per la guerra.  

VIDEO SERVIZIO DAL CENTRO DI RACCOLTA A TAGGIA

Questa è una raccolta che non conosce sosta. In pochissimi giorni solo qui su Taggia c'è stata una vera e propria mobilitazione di solidarietà da parte non solo della popolazione locale ma anche di tutti i comuni limitrofi e dell'entroterra della valle Argentina. La gente arriva e porta quello che ha, poi i beni donati vengono suddivisi per tipologia e preparati per essere spediti il prima possibile.

L'emergenza in Ucraina è adesso.
Quindi il problema è trovare mezzi e autisti che portino i carichi della speranza, senza lasciar passare troppo tempo. Questi privati sono organizzati: i camion arriveranno al confine e da lì poi tutto verrà smistato.

Taggia è solo un esempio di una macchina per la solidarietà che sta impegnando tutto il ponente ligure: da Ventimiglia a San Bartolomeo al Mare, passando per Bordighera, Sanremo, Imperia, Riva Ligure, Santo Stefano al Mare, Castellaro, Pompeiana, Cipressa, Triora, Badalucco. Queste alcune delle realtà in rete che oggi caricheranno per la prima volta gli aiuti destinati agli ucraini. Le prime cose che partiranno sono soprattutto coperte, medicinali e beni di prima necessità per bambini. 

Tanto è stato fatto ma c'è ancora bisogno, servono soprattutto sacchi a pelo, stampelle, tende e vestiti caldi. L'inverno ucraino è difficile, le temperature non sono miti come in riviera e non dimentichiamo che queste persone o non vivono più nelle loro abitazioni o potrebbero non avere il gas o la corrente elettrica. Hanno fatto il giro del mondo le immagini del media nazionali, con le città ormai ridotte a zone di guerra, con le famiglie accampate in ripari di fortuna, nelle palestre o nella metro per sfuggire alle bombe.

Su Taggia, la risposta dei privati si scontra con i limiti (e i tempi) della macchina istituzionale. In 40 mq Fabio e Yulia hanno fatto l'impossibile per raccogliere tutti i beni arrivati ma ora lo spazio inizia a mancare. Da un lato, bene perché c'è stata una grande generosità ma l'altro lato della medaglia è che servirebbero magazzini o luoghi più idonei e una regia logistica che non sia lasciata ai soli privati ma che veda l'impegno delle istituzioni. 

Ieri sera, pungolato su Facebook, il sindaco Mario Conio, ha risposto ai cittadini che chiedevano se il Comune si fosse attivato e ha pubblicato un post poco più tardi, nel quale ha fatto sapere che l'ente si sta cercando di muovere con Protezione Civile, Croce Rossa e di concerto con Regione Liguria. Intanto, in via Isabella Novaro 2, alle spalle di piazza Trinità, nel centro storico di Taggia, Fabio, Yulia, Nelya, insieme a Maria Vvok e Stefania Gironda, da giorni vanno avanti senza sosta a raccogliere beni, inscatolarli e a fare telefonate per trovare quei mezzi che vadano verso l'Ucraina. La guerra non finirà domani e c'è bisogno adesso.

Stefano Michero

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