La morte di Giuseppe Pompa fu provocata da un’unica ferita “inferta per legittima difesa nel corso di una lotta ad armi pari contro un uomo che stava minacciando di fare una strage. Ciò che di ulteriore è avvenuto dopo quel colpo mortale è da ritenersi giustificato e realizzato per legittima difesa putativa e, in ogni caso, ininfluente”. É quanto si legge nelle motivazioni della Corte d’Assise di Torino in merito all’assoluzione di Alex Pompa, il ragazzo di 20 anni che, il 30 aprile 2020 a Collegno, uccise a coltellate il padre, Giuseppe Pompa, operaio di 52 anni, per difendere la madre e il fratello dalle continue violenze del genitore. Lo scorso 24 novembre il giovane é stato assolto perché il fatto non ha costituito reato.
“Deve ritenersi non semplicemente incerto, ma addirittura provato - si legge - che Alex Pompa abbia agito nella certezza di doversi difendere da un pericolo incombente, gravissimo e inevitabile”. Per la Corte “la condotta di Alex Pompa può scindersi in due fasi. Circa la prima, che va dalla spinta al colpo mortale, nessun serio dubbio relativo all'essere stata compiuta in una situazione oggettiva pienamente integrante la legittima difesa può porsi; la seconda riguarda una azione, oggettivamente non indispensabile a difendersi, ma soggettivamente caratterizzata dalla convinzione, fin da subito esplicitata, di trovarsi ancora in una situazione di legittima difesa”. E ancora: “Con riferimento agli ultimi colpi, tanti, rapidi e poco profondi, nessuno mortale, deve ritenersi che Alex Pompa, in quella situazione di terrore e in assenza di informazioni circa gli effetti (rapidamente mortali) della ferita appena inferta con il coltello che si spezzò, continuò a colpire perché sinceramente convinto di avere a che fare con un uomo ancora pericoloso”.
Cronaca | 22 febbraio 2022, 12:45
Assoluzione Alex Pompa, le motivazioni della Corte: “Uccise il padre per difendersi da un pericolo gravissimo”
Giuseppe Pompa fu colpito con 34 coltellate ma la morte fu provocata da un'unica ferita al cuore “inferta per legittima difesa nel corso di una lotta ad armi pari contro un uomo che stava minacciando di fare una strage”
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sabato 31 maggio
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