“Una sentenza che rispettiamo, ma che impugneremo in maniera molto convinta e molto decisa, perché onestamente tante questioni che abbiamo sollevato avrebbero meritato una diversa valutazione, in particolare la nostra richiesta di sollevare la questione di legittimità costituzionale dell’attuale norma che regola il concorso tra circostanze dell’omicidio”. A parlare a La Voce di Genova è Luca Rinaldi, avvocato di Alessio Scalamandrè, condannato insieme al fratello Simone, dalla Corte d'Assise di Genova per aver ucciso il padre violento al culmine di una lite, il 10 agosto 2020 a San Biagio.
La sentenza è durissima per i due giovani, Luca è stato condannato a 21 anni e Simone a 14. “Non ci aspettavamo pene così alte”, spiega l’avvocato, che questa mattina era ottimista dopo che la stessa procura aveva dato parere favorevole all’invio degli atti alla Corte Costituzionale. “La questione era seria, - continua Rinaldi - e la stessa procura l’ha valutata meritevole di essere trasmessa alla Corte, come successo a Torino per il caso di Alex Pompa, quando fu la stessa procura a chiedere di trasferire gli atti alla Consulta, per cui diciamo che c’è un certo sospetto sulla legittimità costituzionale di questa norma”.
La difesa attende le motivazioni della sentenza, che saranno trasmesse entro i prossimi novanta giorni, dopodiché la impugnerà in appello.
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