Per svelare il mistero che avvolge la morte di Nada Cella ed identificare un possibile responsabile, ci vorrà ancora del tempo. Se mai basterà avere altro tempo per risolvere un omicidio avvenuto a maggio del 1996.
Chi sperava di trovare una soluzione nelle analisi di quelle macchie rinvenute sulla sella dello scooter di Annalucia Cecere - la donna di Boves, unica indagata per questo delitto - dovrà ancora attendere qualche mese. Infatti il genetista Emiliano Giardina, a cui è stato affidato il compito di estrarre il Dna dai reperti, non potrà consegnare le risultanze entro la data stabilita e così la procura di Genova dovrà chiedere una proroga delle indagini.
La data per la chiusura dell’inchiesta sulla giovane segretaria, massacrata a Chiavari nello studio del commercialista Marco Soracco dove lavorava, scade a fine marzo, mentre i 90 giorni che il genetista si era preso a fine febbraio.
Aspettare e pazientare, riavvolgere i fili di un’inchiesta iniziata male 25 anni fa, non è certo facile, anche perché nessuno dei cinque probabili testimoni del delitto si è fatto vivo, nonostante gli appelli.
Forse solo loro sarebbero in grado di raccontare i rapporti tra il commercialista e l’indagata, che sarebbe stata vista nei pressi del luogo del delitto la mattina dell’omicidio.
Intanto alcuni giorni fa, in procura a Genova, è stato interrogato l’ex pubblico ministero Filippo Gebbia, che indagò all’epoca sulla donna ora residente a Boves. Il faldone andò distrutto nell’alluvione di Chiavari del 2010 e sono rimasti integri solo alcuni verbali dei carabinieri, tra cui quello sulla perquisizione a casa di Cecere, indagata ma scagionata dopo una settimana.
Dai risultati della perizia del genetista Giardina, si attende la prova regina per incastrare definitivamente Annalucia Cecere oppure scagionarla del tutto.
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