"Ogni Comune che vai, trovi regole diverse. In questa maniera non è più possibile lavorare, soprattutto in un momento come questo". È questo il grido di dolore che lanciano questa mattina da Torino gli esponenti del mondo dell'ambulantato.
Lo hanno fatto con un sit in di fronte alla Prefettura, in piazza Castello, disponendo sulle mattonelle di porfido tante sagome di teste bianche, che man mano cadevano a terra. "Rappresentano la situazione della nostra categoria - spiega Giancarlo Nardozzi, presidente nazionale del Goia - e dopo la manifestazione di oggi andremo anche in Lombardia, poi a Roma e in altre città italiane. Il nostro comparto ha bisogno di ascolto, mentre a volte sembra perseguitato".
Mezzi inquinanti da sostituire
Uno degli esempi riguarda la sostituzione dei mezzi inquinanti: "Abbiamo chiesto a Comune e Regione di aiutarci, senza successo. Abbiamo chiesto anche all'Europa, che ha riconosciuto la necessità per chi fa questo mestiere di muoversi con i mezzi, esattamente come un pendolare usa il treno o la metro. Servono ordinanze di equilibrio, altrimenti non ne verremo fuori".
Regole diverse in posti diversi
Un altro aspetto nel mirino degli ambulanti è la difficoltà a trovare una normativa coerente nelle varie zone del Piemonte o d'Italia. "Chiediamo una riforma chiara, pensata per noi e senza che la nostra categoria venga mescolata a quella dei negozi o dei grandi supermercati. Viviamo una condizione lavorativa completamente diversa. Se non ci daranno ascolto, siamo pronti a portare i nostri furgoni fino a Roma".













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