Il Nazionale

Politica | 31 dicembre 2021, 14:39

Epat non "brinda" al giro di vite contro la malamovida: "Intervento parziale: mancano molti pezzi del puzzle"

Mautino: "Si rischia di penalizzare tutta la movida". Colombo: "Troppe falle nei controlli, che si concentrano solo sui bar". Ferraro: "Si tratta di un fenomeno complesso"

Epat non "brinda" al giro di vite contro la malamovida: "Intervento parziale: mancano molti pezzi del puzzle"

Bene il pugno duro contro la malamovida, "ma rischia di essere una tessera di un puzzle in cui ne mancano altri". Questo il giudizio che i pubblici esercizi torinesi hanno sul recente giro di vite voluto da Palazzo Civico in materia.

Al centro dei riflettori, il divieto comunale all'asporto di alcolici e al consumo in vetro o lattine in strada. Un provvedimento che gli esercenti definiscono di fatto "a tempo indeterminato". “In verità - dice Alessandro Mautino, presidente di Epat Torino - ci sono molti dubbi che la degenerazione della movida duri tutto l’anno e soprattutto che in mancanza di interventi più strutturali, si rischi di incidere su tutta la movida, che ricordiamo essere un fenomeno sociale positivo oltre che un volano economico per la città".

"La movida non è solo mala"

La movida è un fenomeno complesso che si deve affrontare con misure di medio e lungo termine, senza le quali non ci si avvicinerà neanche al miglioramento possibile - aggiunge Claudio Ferraro, direttore Epat Torino - in verità la strategia, è fatta di iniziative urbanistiche, rimodulazione degli orari della città, trasporti, posteggi, dehors e lotta al consumo dell’alcool a basso costo ed all’inquinamento acustico; sono questi i temi su cui il Comune si deve arrovellare, per non seguire l’onda di cause intentate legittimamente dai residenti, ma che non si risolveranno solo con  le limitazioni alla vendita”.

 

"I controlli si concentrano solo sui bar"

Limitare tutto l’anno l’asporto degli alcoolici dalle 21 nelle zone della movida, sembra un’iniziativa utile, ma non lo è - dichiara Edoardo Colombo della sezione Cocktail bar dell’Epat - in primo luogo perché sono carenti i controlli incisivi, di solito fatti solo nei confronti dei bar e mai sul consumo su spazio pubblico o sugli esercizi di vendita. Poi perché l’alcool è portato nei luoghi pubblici da casa o dagli abusivi. Infine i pubblici esercizi controllano i propri dehors e le zone circostanti, chi controlla le vie e gli altri spazi pubblici?”.

Massimiliano Sciullo

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