Non ce l'ha fatta l'operaio di 38 anni che nei giorni scorsi era stato investito da un pirata della strada mentre stava attraversando sulle strisce pedonali per raggiungere il proprio posto di lavoro alla Mopar di Rivalta. Oggi è stata dichiarata la morte cerebrale dell'uomo.
L'incidente è avvenuto lo scorso 3 dicembre. La famiglia avrebbe deciso di donare gli organi. Ma la reazione dei sindacati è veemente: "Una tragedia annunciata. Non si può morire per andare a lavorare".
Gli stessi rappresentanti dei lavoratori - Fim, Fiom e Uilm - poche ore dopo l'incidente, avevano ribadito la pericolosità di un tratto di strada - viale I maggio, nome che risuona oggi beffardo - vista la presenza di ben due fabbriche: la Mopar, dove lavorava la vittima e la vicina Avio Aero, dunque con alcune migliaia di persone che quotidianamente camminano, si spostano e attraversano la strada.
La richiesta - già avanzata sia al Comune che alla stessa Stellantis, di cui Mopar fa parte - è di rafforzare le misure di sicurezza a tutela dei pedoni e, dunque, dei lavoratori.
Domani le RSU di Mopar Rivalta hanno organizzato un minuto di silenzio per ricordare il lavoratore.
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