La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino ha emesso un avviso di conclusione indagini nei confronti di un 40enne imprenditore di Bra, titolare di un’azienda che ha il proprio domicilio fiscale nel capoluogo regionale, ma sede operativa in un centro del Braidese, dove produce componenti per motori e autoveicoli.
Cinque i capi d’accusa a carico dell’imprenditore, indagato a partire da una verifica effettuata dalla Guardia di Finanza di Bra. Per i primi quattro gli inquirenti ipotizzano che l’uomo, nella sua veste di legale rappresentante dell’impresa, ne abbia alterato la contabilità tramite il pagamento di fatture per operazioni inesistenti, emesse da una ditta individuale attiva in Carmagnola nella produzione di oggetti metallici.
Il fine di tale condotta fraudolenta sarebbe stato ovviamente quello di ridurre l’imponibile fiscale a carico dell’azienda, operazione che sempre secondo la Procura torinese lo avrebbe visto sottrarre agli occhi del fisco quote di imponibile che nel quadriennio compreso tra il 2015 e il 2018 avrebbero superato i 500mila euro annui, col corollario di un gettito Iva evaso per oltre 100mila l’anno.
Pari invece a 180mila euro di imponibile non dichiarato e a 60mila euro di imposta sul valore aggiunto indebitamente compensata le cifre contestate per l’anno 2019, in un periodo nel quale la ditta che avrebbe fatto da "cartiera" non era peraltro più operativa.
All’uomo viene inoltre contestato di aver messo in piedi un’operazione societaria di facciata con la cessione al figlio di quote dell’azienda, in questo caso col fine di rendere inefficaci le procedure coattive che l’Agenzia delle Entrate aveva avviato nei suoi confronti per il recupero di imposte pregresse sui redditi e Iva per le annualità 2013 e 2014, oltre a interessi e sanzioni.
A seguito delle indagini, l’imprenditore era stato rinviato a giudizio avanti al Tribunale di Asti, che aveva fissato l’udienza preliminare nel giugno scorso, di fronte al giudice Francesca Di Naro.
Il legale dell’uomo, l’avvocato albese Roberto Ponzio, vi aveva però eccepito l’incompetenza territoriale del foro astigiano e chiesto lo spostamento del procedimento a Torino, in quanto sede legale e domicilio fiscale della società coinvolta. Il Gup aveva così trasmesso gli atti dell’indagine ai colleghi torinesi, che hanno ora emesso l’avviso di fine indagini e concesso all’imputato venti giorni per farsi interrogare o depositare memorie.
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