La IV Sezione Penale della Corte d’Appello di Torino ha in parte modificato la sentenza di primo grado del Tribunale di Cuneo del 19 luglio 2019 sul caso delle “firme false”, che aveva terremotato l’amministrazione di Savigliano portando alle dimissioni dell’allora sindaco Pd Claudio Cussa.
La Corte d’Appello ha confermato la condanna ad un anno a Cussa, mentre ha condannato a 10 mesi (con il beneficio della sospensione condizionale della pena) l’ex presidente del Consiglio comunale, Antonio Motta, esponente dei Moderati, che era stato assolto in primo grado. Motta dovrà risarcire le parti civili, da liquidare in separata sede.
Motta, in solido con Cussa, dovrà inoltre risarcire 1800 euro al candidato sindaco del centrodestra, Marco Buttieri, suo avversario alle elezioni amministrative del 2014, e analoga cifra agli eredi di Massimo Mantovan (deceduto), allora segretario cittadino di Alleanza Nazionale.
Cussa era stato rinviato a giudizio con l’ accusa di falso ideologico per aver attestato che le firme a sostegno della lista “Moderati”, che lo appoggiava come sindaco di una coalizione di centrosinistra per le elezioni comunali della primavera del 2014, erano autentiche ed erano state apposte in sua presenza, mentre così non era stato. Insieme a lui erano stati coinvolti Motta, medico di base e presidente uscente del Consiglio comunale, e altri due candidati della lista dei Moderati.
L’inchiesta aveva preso le mosse da un esposto inviato alla Procura da un altro candidato dei Moderati, Rocco Tiranno. In primo grado il giudice aveva assolto Motta e di due colleghi di partito, nei cui confronti pendeva l’accusa di concorso morale con Cussa.
Erano 88 le firme oggetto di contestazione. Durante il dibattimento, svoltosi presso il Tribunale di Cuneo nell’estate 2019, i presunti firmatari – tutti saviglianesi - avevano dichiarato che quando avevano sottoscritto la lista, il candidato sindaco Cussa non era presente, e pertanto non poteva attestarne l’autenticità.
Altri testi avevano riferito di essersi limitati a comunicare i dati delle loro carte d’identità a Motta, a volte solo telefonicamente. Altri ancora avevano affermato di aver firmato per conto di parenti o conoscenti, oppure di non aver firmato affatto.
Cussa, con dichiarazioni spontanee si era detto “dispiaciuto”, e aveva riferito che le firme venivano raccolte “in luoghi pubblici alla presenza di persone che potevano autenticarle”. Alcuni dei candidati delle cinque liste civiche del centrodestra si erano costituiti parte civile (assistiti dagli avvocati Mirate, Morra e Franchino), mentre invece il Comune di Savigliano non si era costituito in giudizio.
Nei confronti di uno dei tre esponenti della lista dei Moderati, il Tribunale di Cuneo aveva già dichiarato il “non doversi procedere” perché nel frattempo deceduto.
Politica | 09 novembre 2021, 15:02
Savigliano, caso “firme false”: condannato in Appello l’ex presidente del Consiglio comunale
Assolto in primo grado, all’esponente dei Moderati Antonio Motta è stata inflitta in secondo grado una pena di 10 mesi (con il beneficio della condizionale). Confermata la condanna ad un anno all’ex sindaco Claudio Cussa
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