"La Terra non ci è stata lasciata in eredità dai nostri padri, ma ci è stata data in prestito dai nostri figli". È iniziata con questa frase la manifestazione per dire no al Deposito Nazionale delle scorie nucleari, che potrebbe sorgere in Canavese.
Ieri pomeriggio erano in tanti a Mazzè per dire a Sogin che l’area TO-10 (come loro chiamano i terreni sul territorio di Mazzè, Caluso e Rondissone e Chivasso a pochi metri) non è idonea per farci una discarica nucleare.
"Non lo è per decine di motivi, tutti magnificamente esposti nelle osservazioni tecniche inviate a Sogin dai nostri Comuni e solo in parte esposti venerdì sera al Palaeventi di Mazzè dai tecnici e professori che da mesi ci lavorano, non lo è addirittura applicando i criteri che Sogin stessa si è inventata, ma poi non ha applicato, facendoci ugualmente “entrare” tra i 67 siti italiani potenzialmente idonei".
La terra “ci è data in prestito dai nostri figli”, per loro e con loro siamo scesi per le strade, pacificamente in un corteo che rappresentava la società civile tutta, che in tempi di covid è già quasi un mezzo miracolo"
Erano presenti tantissimi sindaci ma ad aprire il corteo erano i bambini, i nostri figli che difendevano il loro futuro, sempre più incerto per tutto quello che stiamo vivendo in questi ultimi anni e mesi.
Dopo di loro le nostre amministrazioni comunali del territorio, finalmente gli uni al fianco degli altri, e poi i comitati e la società civile, colorata dalle bandiere al vento e gli slogans per allontanare i fantasmi di quella che sarebbe l’ennesima sciagura per i nostri territori. Ultimi ma non ultimi gli agricoltori, le bandiere di coldiretti a sfilare pacificamente con i loro trattori.
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