"Prendiamo atto di questo capo d’imputazione decisamente più severo. Esamineremo con molta attenzione gli atti e vedremo se la scelta della Procura di contestare questo reato sia conforme alla ricostruzione dei fatti".
Queste le parole con le quali l’avvocato albese Stefano Campanello, difensore del gioielliere Mario Roggero, si limita a commentare quanto comunicato questa mattina dalla Procura di Asti in merito alla conclusione delle indagini sulla rapina andata in scena a Gallo Grinzane il 28 aprile scorso, quando il violento assalto portato al suo negozio poco prima della chiusura serale da un gruppo di tre banditi si concluse con la morte di due di questi, rimasti cadavere tra il piccolo parcheggio esterno al locale commerciale e la vicina via Garibaldi, e il ferimento di un terzo, che verrà fermato qualche ora dopo all’ospedale di Savigliano, con un proiettile conficcato all’altezza di un ginocchio.
Un passaggio atteso, a oltre quattro mesi dai fatti, quello della conclusione indagini, considerato anche che le varie perizie commissionate dagli stessi inquirenti (a partire dall’accertamento balistico condotto dall’ingegner Stefano Conti, mentre quello autoptico era stato condotto dal dottor Francesco Romanazzi) come dalla difesa del gioielliere (affidatasi invece all’ingegnere Fabrizio Vinardi e al medico legale Lorenzo Varetto), sono da ormai da settimane sul tavolo del sostituto astigiano Davide Greco, titolare del caso.
Ma una novità che comunque certifica un cambio di prospettiva rispetto alla prima ipotesi di indagine a carico del commerciante, fino a ieri destinatario di un’informazione di garanzia per eccesso colposo di legittima difesa e che ora dovrà invece prepararsi a rispondere di ipotesi di reato che vanno dall’omicidio doloso plurimo, per avere cagionato la morte del 45enne braidese Andrea Spinelli e del 58enne torinese Giuseppe Mazzarino, al tentato omicidio del terzo rapinatore, l’albese Alessandro Modica, che reo confesso risulta tuttora detenuto presso il carcere "Cerialdo" di Cuneo, indagato di rapina aggravata. E infine di porto illegale di arma comune da sparo, perché, nonostante sia privo di porto d’armi, Roggero avrebbe brandito e utilizzato al di fuori della gioielleria la 38 Special da lui legittimamente detenuta.
"Dagli elementi raccolti nel corso delle investigazioni – si legge nella nota della Procura astigiana –, e in particolare dalle consulenze tecniche compiute nel contradditorio tra tutte le parti, è emerso che Mario Roggero, dopo la conclusione della rapina, inseguiva all’esterno dell’esercizio i tre rapinatori che, già usciti dalla gioielleria con la refurtiva, stavano dandosi alla fuga e da distanza ravvicinata sparava contro gli stessi, disarmati, scaricando l’intero caricatore, con la volontà di cagionarne la morte, eccedendo in tal modo volontariamente i limiti della legittima difesa patrimoniale".
E che, argomenta nello stesso comunicato il procuratore facente funzioni Vincenzo Paone (in estate il suo predecessore Alberto Perduca è infatti giunto alla pensione), "con la volontà di cagionarne la morte, eccedendo in tal modo volontariamente i limiti della legittima difesa patrimoniale”.
"Ipotesi che mi paiono distantissime dalle intenzioni del mio cliente", si limita ad aggiungere l’avvocato Campanello, che non nasconde una certa sorpresa per l’evoluzione assunta dalle indagini. Un approdo invece atteso e persino scontato secondo l’avvocato del Foro di Torino Marino Careglio, che rappresenta invece la famiglia del rapinatore Andrea Spinelli: "La contestazione elevata dalla Procura – dichiara al nostro giornale – mi pare ineccepibile e inevitabile, alla luce degli accertamenti effettuati. Per cui parliamo di una decisione che assolutamente mi aspettavo. La nostra intenzione è quella di costituirci parte civile nel processo. Ora attendiamo di sapere quando verrà fissata l’udienza preliminare".
Di "contestazione coerente con elementi raccolti dalla Magistratura" si limita a parlare il legale torinese Angelo Panza, che insieme al collega Giuseppe Caruso rappresenta la madre, i due fratelli e le due sorelle di Giuseppe Mazzarino, l’altro rapinatore rimasto a terra sotto i colpi esplosi da Roggero, confermando a sua volta l’intenzione dei familiari da lui rappresentati di entrare nel processo come parte civile.
La Procura ha invece chiesto l’archiviazione della posizione di Giuseppe Modica, padre del rapinatore sopravvissuto, chiamato a rispondere di favoreggiamento personale, non essendo stato accertato che abbia agevolato la fuga del figlio dopo la rapina.
Intanto, a distanza di qualche ora dalla comunicazione della Procura, si registrano le prime reazioni della politica. Se nell’aprile scorso a prendere le difese del gioielliere langarolo era stato il segretario della Lega Matteo Salvini, ora è la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni a intervenire sul caso: "Non smetterò mai di ripeterlo – ha scritto Meloni attraverso Twitter –: la difesa è sempre legittima. La mia solidarietà e quella di tutta Fratelli d'Italia a Mario Roggero".
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