Nel maggio scorso i finanzieri del Gruppo di Asti tirarono le fila di un’operazione, iniziata un anno prima, che consentì di disarticolare un gruppo di produttori di stupefacenti che riforniva stabilmente le piazze di Asti, Torino e Milano. Contestualmente, le Fiamme Gialle arrestarono 4 persone (3 cittadini italiani e un immigrato marocchino) e sequestrarono oltre 100 chili di stupefacenti, eseguendo altresì il sequestro preventivo di un negozio nel centro di Asti, nonché di oltre 100.000 euro in contanti e di cinque automezzi utilizzati per il trasporto e trasferiti fraudolentemente a terzi (CLICCA QUI per rileggere la notizia).
Al fine di aggredire i patrimoni illeciti e riconducibili agli indagati, i finanzieri hanno dato ora valorizzazione al principio del “doppio binario” (penale e di prevenzione), eseguendo una misura di prevenzione patrimoniale disposta dalla competente sezione del Tribunale di Torino sulla base degli elementi di indagine nel tempo raccolti dal Pubblico Ministero, dottoressa Laura Deodato, avvalendosi di personale in forza al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Asti.
Il provvedimento è finalizzato alla confisca definitiva dei già citati beni oggetto di sequestro in sede di indagine penale, senza attendere l'esito dell'intero iter processuale nonché scongiurare il rischio che gli automezzi utilizzati per lo spaccio di stupefacenti e intestati fittiziamente a terzi vengano restituiti all'apparente proprietario, in quanto formalmente estraneo ai reati per cui si procede, per poi venire eventualmente nuovamente riutilizzati dagli indagati una volta riacquistata la libertà.
Dal comando astigiano della Finanza si sottolinea che i soggetti colpiti dal provvedimento sono caratterizzati da una significativa pericolosità sociale che si evince da numerosi precedenti di polizia e dalle condanne loro comminate, anche a titolo definitivo. Elemento che costituisce presupposto previsto dalla legge per la particolare misura del sequestro patrimoniale di prevenzione.
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