Il legame con Alba, sbocciato insieme all’amore per Elena Verrone, quella ragazza conosciuta in treno ("La sua famiglia aveva un calzaturificio in via Paruzza") che nel giro di poco sarebbe diventata sua moglie. Poi il sodalizio artistico col genio di Pinot Gallizio e la profonda traccia che dalla capitale delle Langhe i due avrebbero lasciato nel panorama dell’arte mondiale con l’Internazionale Situazionista. Sullo sfondo, la parabola di un’artista che "dipingeva per necessità", per la volontà di "trasmettere agli altri il pensiero astratto tratto dall'arte visiva", portatore di "un’arte da rendere fruibile in quanto manifestazione del pensiero".
E’ con la testimonianza resa dalla figlia Amelia ("Lascia che muoia e si accorgeranno di me", le preconizzò, prima di spegnersi a Torino nel novembre 2020, all’età di 92 anni) – nel ricordo dell’uomo e dell’artista vissuto tra la natìa Cosio d’Arroscia, nell’Imperiese, le Langhe e quella Torino dove compì i suoi studi, tra l’Accademia di Belle Arti, che non terminò, e la Facoltà di Chimica –, che ieri si è aperta quella che rappresenta di fatto la prima mostra antologica dedicata a uno dei protagonisti del panorama artistico italiano del secondo Novecento, la cui produzione è ora al centro dell’allestimento che la Fondazione Crc ha promosso nella chiesa albese di San Domenico per quello che rappresenta il secondo grande evento della stagione espositiva 2021 programmata dall’ente bancario.
Realizzata in collaborazione con l’Archivio Simondo e curata con passione e competenza da Luca Bochicchio, direttore scientifico del MuDA Casa Museo Jorn di Albissola Marina, la ricca esposizione allestita negli spazi del complesso romanico con il titolo di “Piero Simondo. Laboratorio situazione esperimento” rimarrà visitabile gratuitamente fino al prossimo 12 dicembre (nel rispetto delle misure anti Covid: serve il green pass), tutti i giorni dalle ore 15 alle 18, il sabato, la domenica e i festivi anche dalle 10 alle 12.
Al suo interno uno sguardo sull’ampia produzione di Simondo: dipinti, sculture e anche video realizzati dai primi anni Cinquanta alla fine degli anni Novanta del Novecento, ora organizzati per quinte tra le quali è possibile ripercorrere il suo peculiare percorso. Partendo dal grande arazzo collocato all’ingresso ed esposto per la prima volta ("Fu il suo regalo di nozze – ha raccontato la figlia –, dipinto su un lenzuolo che era stato tessuto a mano dalla mia bisnonna") si passa ai monotipi realizzati proprio ad Alba negli anni Cinquanta, lavorando negli spazi forniti da Pinot Gallizio, ai dipinti di grande formato degli anni tra i Sessanta e i Novanta , in cui Simondo sperimentò diverse tecniche di generazione spontanea dell’immagine (ipo-pitture, nitroraschiati, decalcomanie, collage). In mostra anche pannelli decorativi in legno, topologie (quadri tridimensionali) e sculture in legno, in ceramica e polimateriche.
Nelle due cappelle laterali all’abside saranno proiettati video inediti e sarà allestita una sezione di documenti.
La mostra è collegata al vicino "Spazio Gallizio", allestito all’interno del Centro Studi Beppe Fenoglio, grazie ad alcune opere decorative (ceramica e legno) lì esposte e realizzate da Simondo durante la sua permanenza a casa di Pinot Gallizio nei primi anni Cinquanta.
La mostra di Alba è la prima tappa di una retrospettiva antologica sull’artista che si articolerà tra il Piemonte e la Liguria, regione in cui Simondo nacque nel 1928, e che vedrà nel 2021 eventi espositivi all’Accademia Albertina di Torino e al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, con uno spin-off al Labbò di San Maurizio Canavese; e nel 2022 al MuDA Casa Museo Jorn di Albissola Marina (Savona), allo Spazio Simondo a Cosio di Arroscia (Imperia).
“Grazie alla collaborazione con l’Archivio Simondo, la Fondazione Crc propone, nel periodo della Fiera del Tartufo, un’iniziativa culturale di altissimo livello e profondamente radicata nel territorio albese", ha commentato il vicepresidente dell’ente bancario Francesco Cappello nel corso di una vernice alla quale, insieme alla figlia dell’artista, Amelia Simondo Rolla, presidente dell’Associazione Culturale Archivio Simondo, e al curatore dell’esposizione Luca Bochicchio hanno preso parte anche il vicesindaco albese Carlotta Boffa e la presidente dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Liliana Allena. "Dopo aver celebrato due anni fa il Congresso Mondiale degli artisti liberi che qui si tenne nel 1956 – ha proseguito Cappello –, oggi offriamo l’occasione di conoscere l’opera di Piero Simondo grazie alla prima personale a lui dedicata, a meno di un anno dalla morte dell’artista. La tappa iniziale di un percorso inedito che toccherà il Piemonte e la Liguria, territori protagonisti delle principali vicende umane e artistiche di Simondo”.
PIERO SIMONDO
Piero Simondo (Cosio d’Arroscia, Imperia, 25 agosto 1928 – Torino, 6 novembre 2020) è stato un importante artista e intellettuale italiano, esponente dei movimenti internazionali d’avanguardia del secondo dopoguerra.
Nel settembre del 1955 fonda ad Alba, con Asger Jorn e Pinot Gallizio, il Laboratorio Sperimentale del Mouvement International pour un Bauhaus Imaginiste (M.I.B.I.).
Sempre ad Alba, nel 1956, insieme alla sua compagna e futura moglie Elena Verrone, ad Asger Jorne e Pinot Gallizio, organizzò il Congresso Mondiale degli Artisti Liberi e diede vita alla rivista d’avanguardia Eristica. Nel luglio del 1957, in occasione di una vacanza nella sua casa di Cosio d’Arroscia, insieme a Michèle Bernstein, Guy Debord, Pinot Gallizio, Asger Jorn, Walter Olmo, Ralph Rumney e Elena Verrone fonda l’Internazionale Situazionista, da cui fuoriesce nel gennaio successivo con la moglie Elena Verrone e Walter Olmo, in polemica con Debord.
Nel 1962 fonda a Torino il CIRA (Centro cooperativo per un Istituto internazionale di Ricerche Artistiche) con il proposito di recuperare l’esperienza del Laboratorio di Alba.
Dal 1968 Simondo prosegue individualmente la propria ricerca artistica, dedicandosi alla produzione di opere bidimensionali e tridimensionali, fedele a una propria coerenza metodologica nella sperimentazione delle molteplici possibilità di configurazione dell’immagine. Tale ricerca si riflette in una intensa attività teorica, che spazia dal pensiero logico greco alla teoria dei colori, dalle pratiche di situazione alla computer art.
A partire dal 1972 e fino al 1996 ha lavorato all’Università di Torino, dove ha diretto i laboratori di attività sperimentali presso l’Istituto di Pedagogia presieduto da Francesco De Bartolomeis e ha tenuto la cattedra di Metodologia e Didattica degli Audiovisivi. Il 6 novembre 2020 Piero Simondo si spegne nella sua casa di Torino.
Il nome di Simondo è stato per lungo tempo collegato esclusivamente a questi gruppi e movimenti, e di conseguenza la critica e la storiografia artistiche ne hanno letto l’opera alla luce, anzi all’ombra, dei più rinomati compagni di ricerche situazioniste.
In realtà, dai primi anni Cinquanta ai primi Duemila, Simondo ha costantemente dipinto e lavorato in modo originale e autonomo, portando avanti le idee del Laboratorio Sperimentale oltre i confini e i limiti imposti dall’evoluzione di gruppi e movimenti che egli stesso aveva contribuito a creare anche nella Torino degli anni Sessanta e Settanta. Inoltre, anche focalizzandosi all’interno del perimetro situazionista, diversi aspetti necessitano di essere ulteriormente approfonditi: dal contributo teorico di Simondo e Verrone, fino ai rapporti di questi ultimi con gli esponenti delle neoavanguardie europee.
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